di Carla Virzi
In altre parole i docenti di sostegno avrebbero contribuito in maniera sostanziale ad alzare la quota degli insegnanti saliti in cattedra nelle scuole italiane, un numero complessivamente costantemente in crescita. Il corpo insegnante è cioè in aumento, ma sensibilmente cambiato nella sua composizione interna. Infatti nonostante le grandi immissioni in ruolo della Buona Scuola che avevano portato a 730mila il numero degli insegnanti assunti a tempo indeterminato, oggi gli insegnanti di ruolo sono poco meno di 700mila, principalmente per via dei pensionamenti; sono invece più che raddoppiati i docenti a tempo determinato, cioè i supplenti: l’anno scorso 225mila, incluso il sostegno, rispetto ai 100mila subito dopo la Buona Scuola.
Ma lo stesso dossier pone l’accento su una criticità ben nota: la stragrande maggioranza degli insegnanti di sostegno oggi non è in possesso della specializzazione. Per essere più chiari, dieci anni fa per il sostegno venivano impiegati nel 40% dei casi supplenti non specializzati e nel restante 60% dei casi insegnanti di ruolo con specializzazione sul sostegno. Oggi le percentuali sono invertite: in 6 casi su 10 ad affiancare un alunno con disabilità è un insegnante senza preparazione specifica
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