Il Tar della Lombardia ha accolto i ricorsi di otto alunni affetti da sordità, di varie scuole, e decretato che non garantire loro un esperto di lingua dei segni (LiS) costituisce una violazione dei diritti alla tutela e al sostegno scolastico. I giudici amministrativi hanno da poco depositato sei sentenze quasi ‘fotocopia’ sull’argomento, accogliendo i ricorsi di uno studente maggiorenne e dei genitori di sette alunni minorenni, tutti rappresentati dall’avvocata Maria Cristina Alemanno.
Gli otto alunni frequentano scuole elementari, medie e superiori. Durante le lezioni non hanno potuto contare su un assistente esperto in LiS e, dunque, hanno affrontato enormi difficoltà nella loro carriera scolastica. Lo studente maggiorenne (del quarto anno di superiori) poteva per esempio beneficiare, come disposto da Regione Lombardia, di un assistente esperto in LiS per 11 ore alla settimana con un assistente esperto in LiS, e non per tutte le 30 ore curriculari.
Secondo i giudici amministrativi, uno studente affetto da sordità, se non è affiancato da un esperto in LiS, non può “percepire quanto comunicato dai docenti”, e questo rende “inutile la frequenza scolastica” nelle ore in cui la presenza dell’esperto non è garantita. Per il Tar, ciò comporta la violazione, tra l’altro, dell’articolo 3 della Costituzione italiana, in relazione all’uguaglianza dei cittadini e al diritto alla salute e all’istruzione.