Sulla sua sedia a rotelle elettrica è entrata per la prima volta in quell’aula del quarto anno del liceo classico Saffo di Roseto degli Abruzzi (Teramo) per svolgere un’ora di supplenza.

Ma l’insegnante disabile sarebbe stata derisa dagli studenti che avevano organizzato uno scherzo, pare, con un ragazzo estraneo alla classe e così tutti sono stati sospesi per un giorno dalla scuola. La decisione, però, non è piaciuta ai genitori, che sono andati a protestare dal preside. “Mi sarei aspettato collaborazione e comprensione da parte delle famiglie”, il commento del dirigente scolastico a Il Messaggero.

L’episodio risalirebbe a fine febbraio ma sarebbe trapelato solo in questi giorni. Per le famiglie che hanno contestato il provvedimento scolastico non sarebbe accaduto nulla di quanto denunciato dalla docente disabile. La professoressa aveva, infatti, riferito la bravata organizzata dai liceali ai suoi danni. E cioè che in classe, poco prima dell’appello, si sarebbe introdotto un estraneo che si sarebbe presentato come Mario Rossi e che gli studenti avrebbe tenuto un atteggiamento poco consono.

Una vicenda che per giorni è circolata per aule e corridoi, finché è arrivata alle orecchie del dirigente che ha chiesto all’insegnante una relazione dettagliata dei fatti, per poi ascoltare gli studenti e prendere la decisione di sospenderli tutti.

“Ci sono due fatti gravissimi che mi hanno portato a prendere questa decisione, – ha spiegato il preside a Il Messaggero. – Uno, che gli studenti continuano a negare i fatti, anche se la presenza dell’estraneo siamo riusciti ad accertarla e tra l’altro nessuno di loro ha voluto svelare la sua identità. Quindi non sappiamo se si tratta di uno studente del Saffo o una persona, come sostengono alcuni giovani, che frequenta un’altra scuola ed è stata invitato dagli altri solo per la bravata. Come seconda cosa non si sono resi conto della gravità del gesto. I ragazzi devono avere la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri, dal momento che quasi tutti loro tra qualche mese saranno maggiorenni”.

Diversa e inaspettata per la scuola la reazione delle famiglie dei ragazzi coinvolti. “Sia il rappresentante dei genitori che quello degli studenti hanno protestato e contestato con forza il provvedimento che ho preso”, ha riferito il preside sempre a Il Messaggero.

La scuola, nel periodo clou del Covid, si era, invece, distinta per un’altra vicenda. Quella volta encomiabile: in una classe in Dad, infatti, gli studenti avevano deciso di alternarsi in presenza per tenere compagnia alla compagna down.

 

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