Perché insegnare la lingua dei segni a scuola (LiS): strumenti, finalità e spunti didattici per gli alunni dell’infanzia e non solo.
di Veronica Elia
Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Cos’è la lingua dei segni
La lingua dei segni (LiS) è una lingua naturale che si distingue dalle lingue parlate. Essa, infatti, veicola i propri messaggi attraverso un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo.
Generalmente è utilizzata da individui affetti da sordità, tuttavia con la Giornata internazionale della lingua dei segni istituita nel 2018 si è sottolineata forse per la prima volta l’importanza di insegnare questa forma di comunicazione anche a scuola.
Ad ogni modo, il fine non è soltanto quello di sensibilizzare gli studenti al tema, ma anche preservare la lingua dei segni in sé come parte della diversità linguistica e culturale.
In più, attraverso l’insegnamento della LiS è possibile potenziare anche una serie di altre competenze. Vediamo subito quali.
Perché insegnare la LiS a scuola
Come abbiamo anticipato, la LiS è da intendersi una lingua a tutti gli effetti ed in quanto tale si tratta di una fonte inesauribile di cultura. In particolare:
- rafforza i processi di percezione e memoria visiva;
- impone di mantenere il contatto oculare;
- favorisce la capacità di concentrazione;
- permette lo sviluppo di un punto di vista alternativo;
- stimola l’empatia.
È chiaro, quindi, che insegnare la lingua dei segni a scuola mette in generale il bambino nella condizione di imparare a cogliere molti particolari che altrimenti passerebbero inosservati.
Ecco perché questa particolare forma di comunicazione può rivelarsi molto utile inserita anche all’interno delle ordinarie attività didattiche