Un corso per capire come comportarsi e rapportarsi al meglio con i proprio studenti sordi: condotto da sempre in presenza, quest’anno “Insieme per l’integrazione e il bilinguismo” si sposta online, nel pieno rispetto delle norme anti-contagio. Già 100 i docenti formati
PALERMO – Cosa succede se una persona con disabilità grave o medio grave di tipo fisico ma anche psichico, e quindi non collaborante, contrae il Covid? E ancora che cosa accade se, invece, all’improvviso, ad ammalarsi è un caregiver familiare o chi assiste ogni giorno la persona con disabilità? Non essendoci ancora linee guida nazionali e protocolli specifici dedicati alla disabilità, l’iter da seguire è uguale per tutti.
Alcune persone con disabilità, tuttavia, hanno patologie croniche che possono essere scambiate per sintomi covid. In caso di intervento in urgenza, può accadere che vengano sottoposte ad un protocollo sanitario che non solo non corrisponde all’emergenza in atto, ma potrebbe addirittura peggiorare la situazione clinica della persona in relazione alla sua disabilità.
Su questo tema, ieri pomeriggio, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, si è avviato un tavolo di confronto tra più realtà siciliane e delle altre regioni d’Italia. Ogni rappresentante, inoltre, ha raccontato la sua esperienza facendo emergere quanto, le restrizioni alla mobilità, abbiano penalizzato l’esercizio dei diritti delle persone con disabilità. Dalla scuola allo sport, l’emergenza sanitaria ha evidenziato, infatti, le mancanze presenti nei diversi settori. L’incontro “Sud chiama, Nord risponde e viceversa” è avvenuto nell’ambito della maratona online “Per andare oltre le barriere” sulla disabilità organizzata dal Cesvop di Palermo insieme a Fondazione Villa delle Ginestre, Avulss, Pastorale diocesana disabili, Astrali, Movimento dei cittadini Sicilia, Crescere Insieme e Anffas Caltanissetta.
“La mancanza di percorsi sanitari dedicati e di protocolli per le persone con disabilità ci ha fatto ritenere indispensabile avviare un confronto fra portatori di interesse di tutte le regioni d’Italia per capire insieme le criticità comuni e valutare le soluzioni possibili – ha sottolineato Antonella Balistreri presidente della Fondazione Villa delle Ginestre -. In assenza di una linea nazionale, tutto viene lasciato alla libera interpretazione delle regioni e dei comuni. Bisogna garantire alle persone con disabilità la massima protezione possibile dal contagio e nello stesso tempo valutare quando, dove e come, le persone con disabilità sono discriminate durante la fase emergenziale. Occorre predisporre percorsi assistenziali e sanitari personalizzati per le persone con disabilità; si devono avere per le persone contagiate specifiche attenzioni favorendo la vigilanza a domicilio e, ove ciò non sia possibile, che si tengano presenti le specifiche e peculiari necessità di assistenza e cura, anche con il coinvolgimento di caregiver che conoscono i bisogni. Chiediamo, pure, che si consenta al caregiver di accompagnare la persona con disabilità, in caso dell’avvio di un intervento sanitario in urgenza, sempre nell’assunzione delle sue responsabilità, come se avesse un minore a seguito”.
“Stiamo cercando di fronteggiare questo periodo difficile in diversi modi – ha detto Giorgio Serio direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asp di Palermo -. Per chi già soffre alcune patologie i problemi, sicuramente, diventano maggiori da gestire. Come Asp abbiamo intensificato il rapporto con gli utenti della salute mentale attivando quando è stato necessario delle strutture specifiche. Tutti i nostri servizi sono attivi e restano aperti al pubblico tranne qualche limitazione solo per le attività dei centri diurni. Abbiamo pure attivato delle linee telefoniche. Sicuramente il sistema è ancora migliorabile e soprattutto il livello di attenzione deve essere ancora mantenuto alto in più contesti. Certamente siamo ben consapevoli delle conseguenze che nelle famiglie stanno avendo le restrizioni e le limitazioni della libertà delle persone con disabilità”.
“Le ricorrenze come quella sulla disabilità hanno senso se ci spronano e ci permettono di andare avanti per riuscire a rispondere sempre meglio ai bisogni – sottolinea l’assessore Giuseppe Mattina – reali delle persone in questo caso con disabilità. Per noi l’obiettivo più alto – che stiamo cercando di realizzare – restano i progetti personalizzati che sono gli unici che possono mettere in atto un modello di intervento articolato e completo sulla vita della persona con disabilità. Chiaramente siamo all’inizio del percorso e, su questo fronte, il lavoro da fare è ancora tanto”.