Grazie al contributo del Municipio VII Ponente, ecco una bella iniziativa rivolta alle fasce più deboli. Questi speciali dpi, con una parte in plastica trasparente cucita all’altezza della bocca, permetteranno a chi utilizza la Lis di comunicare con gli altri
Quante cose si possono fare con 35 euro? Si possono investire molto, ma molto bene, quando dietro c’è un progetto benefico e c’è la voglia di aiutare realmente le persone più deboli. Ebbene: 35 euro sono la cifra che il Municipio VII Ponente ha speso nei giorni scorsi per consentire alla Scuola Vespertina di Pegli di realizzare, appositamente, delle mascherine destinate a chi utilizza la lingua dei segni e quindi ha l’indispensabile necessità di far vedere la propria bocca.
Il massimo del risultato con il minimo della sovvenzione: le ‘Vespertine’ – che da sempre sono una delle istituzioni più apprezzate e importanti non solo in delegazione, ma un po’ in tutto il territorio comunale di Genova – hanno realizzato novanta esemplari.
Si tratta di speciali mascherine sulle quali, all’altezza della bocca, è cucita una parte trasparente, in modo da renderla visibile, in modo che queste persone possano comunicare all’esterno ed essere intese.
Si è parlato moltissimo di come la pandemia da Covid-19 abbia spesso lasciato indietro i portatori di disabilità, abbia spesso lasciato indietro chi necessita di cure puntuali e di un’attenzione pressoché quotidiana da parte dei presidi sanitari. Questa intrapresa dalla Scuola Vespertina e dal Municipio VII Ponente è un’iniziativa di grande attenzione e di grande generosità in questo senso, per cercare, almeno un po’, di colmare quel solco che il virus ha contribuito a creare.
Come poteva, chi utilizza la lingua dei segni, esprimersi indossando una mascherina ‘tradizionale’? In pochi si saranno posti questo quesito, ma chi invece se l’è posto, oltre a teorizzare ha poi agito pure a livello pratico. Dietro a questa operazione ci sono la tenacia e l’impegno, oltre che delle ‘Vespertine’ di Pegli, il cui lavoro è sempre encomiabile, anche da parte dell’assessore municipale alle Pari Opportunità, Silvia Brocato.
Sarà lei, insieme a quelle persone che le hanno materialmente realizzate, a consegnare le mascherine nei prossimi giorni alla cooperativa sociale ABAcadabra onlus, un gruppo di professioniste che si occupa di trattare i disturbi dello spettro autistico e le diverse patologie legate all’apprendimento, alla comunicazione, all’autonomia e alle relazioni, attraverso il metodo denominato ABA-VB (‘Applied Behavior Analysis – Verbal Behavior’, ovvero ‘Analisi applicata del comportamento – Comportamento Verbale’), un procedimento scientifico di origine anglosassone e recentemente riconosciuto anche dal Ministero della Salute in Italia.
“L’obiettivo del nostro lavoro – spiegano le sei socie della cooperativa, che è nata nel marzo del 2016 grazie al finanziamento ottenuto con la vincita del bando ‘Start up’ promosso da Legacoop – è fornire ai nostri utenti la capacità di partecipare alla vita sociale in modo funzionale e nel rispetto della propria unicità, non come spettatori, bensì come attori attivi. In altre parole, lavoriamo affinché la persona abbia gli strumenti per incidere positivamente sulla qualità della propria vita: proprio per questo, le nostre attività si fondano sulla profonda convinzione che questi obiettivi possono essere raggiunti solo mediante la collaborazione con tutte le persone che fanno parte della vita del ‘paziente’. Ci impegniamo, pertanto, per attivare e supportare famiglie e scuole attraverso un contatto continuo e costante. La nostra cooperativa collabora con esperti di diversi settori che integrano e amplificano i risultati dell’intervento in un’ottica multidisciplinare e globale dell’individuo”.
La Lingua dei Segni (LiS) è una comunicazione visivo-gestuale che possiede pari dignità rispetto a tutte le altre lingue, poiché è caratterizzata in ugual misura da aspetti semantici, sintattici e fonetici. La LiS è, per antonomasia, la Lingua della Comunità sorda e si differenzia in ogni stato. Al pari di tutte le lingue, è soggetta a mutamenti storici e culturali, aggiornandosi spesso attraverso neologismi, ed è sottoposta a differenziazioni regionali. Il bilinguismo non è considerato un approccio terapeutico ma una modalità educativa che consente ai partecipanti di poter esprimere concetti, pensieri ed emozioni abbattendo le barriere comunicative che in determinati contesti e situazioni si possono creare.
Con indosso una mascherina apposita sembrerà tutto un po’ meno complicato.