La protesta degli alunni sordi «Educatori inadeguati, si cambi»

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Le famiglie contestano il rinnovo dell’incarico alla stessa coop alle medie Fassi «Non conoscono bene la lingua dei segni e se mancano non li sostituiscono»

«Chi ascolta noi sordi?». Alla scuola media Fassi le lezioni sono finite, ma riecheggia l’eco di una protesta mai sopita. La voce è quella dei “Genitori dei bambini sordi di Carpi”. Un gruppo di tre famiglie con problemi simili e per le quali sono stati creati percorsi scolastici ad hoc.

I loro figli sono seguiti da assistenti alla comunicazione della lingua dei segni italiana (Lis) e interpreti Lis. «La professionalità del personale che deve affiancare l’alunno sordo a scuola è molto importante per evitargli danni», hanno sottolineato i genitori in una lettera. Nel testo sono molte le criticità che emergono.

I CASI 

Il servizio è stato appaltato nel 2017 dal Comune a una cooperativa. Da allora le famiglie hanno sollevato numerosi punti, senza ottenere gli effetti sperati. «La cooperativa vincitrice è sempre la stessa – hanno rimarcato i genitori – e ci sembra che nulla sia cambiato e che le nostre varie segnalazioni, critiche, osservazioni non siano state ascoltate. Ci sono cose che nel bando (vecchio e nuovo) sono previste e che non sono mai state fatte».

I genitori hanno stilato un elenco di punti. «La cooperativa vincitrice dice che offre e gestisce le sostituzioni con reperibilità del personale in h24 – hanno criticato – ma concretamente ciò non avviene, anzi. Si è verificata in più di un caso la mancanza della sostituzione, lasciando così lo studente sordo scoperto nelle ore destinategli».

La lista prosegue ed entra ancor più nel dettaglio. «Alcuni elementi del personale da loro mandato non sa bene la lingua dei segni – hanno sostenuto i genitori – e non la sa usare con fluidità. Ciò crea difficoltà nell’alunno nella comprensione fluida del discorso che l’insegnante in classe sta facendo. Inoltre, la cooperativa afferma, in quanto requisito previsto nel bando, di organizzare riunioni in itinere con personale e famiglie, ma non è mai stato organizzato nulla».

LA LINGUA 

I genitori si addentrano ancor più nel merito e rimarcano l’esistenza di un problema linguistico più profondo. «I corsi d’italiano e lingua straniera che hanno organizzato non sono stati proficui: al corso d’italiano i nostri figli non sono più voluti andare perché le operatrici non insegnavano usando la lingua dei segni italiana nel modo corretto. Usavano più un mimo gestuale che non è una lingua e i nostri figli invece di trovarsi interessati si sono trovati svogliati. Per il corso di lingua straniera hanno frequentato per curiosità, ma alla fine non si sono trovati coinvolti e vogliosi di conoscere, non è stato consegnato loro neanche un attestato per accrescere la loro autostima».

LA PROTESTA 

I genitori hanno denunciato “difficoltà di comunicazione difficoltà di collaborazione tra noi famiglie sorde e la cooperativa vincitrice” e hanno assicurato di aver presentato segnalazioni sia alla coop sia al Comune “con la speranza di ottenere dialogo, al fine d’instaurare un rapporto di fiducia reciproco”.

L’obiettivo primario della loro richiesta è permettere di avere “alunni sordi in classe senza disagio, in grado di seguire serenamente l’anno scolastico”.

A seguire, la creazione di un rapporto sereno a quattro (scuola, famiglia, cooperativa, Comune) «mettendo chiaramente sempre al centro l’alunno sordo e la professionalità della figura che gli viene assegnata».

Ecco perché le famiglie proseguono nella denuncia. «Noi vorremmo che venga cambiata la cooperativa che fornisce questi servizi specializzati per alunni sordi – hanno concluso – sulla quale abbiamo sollevato molti problemi, mai risolti tra l’altro. Noi famiglie non sappiamo più cos’altro fare, siamo esauste. Come si può continuare così? Pertanto, per provare a darci ascolto, se la situazione non dovesse cambiare, provvederemo, costretti, a protestare». —

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