«Tutto è iniziato due anni fa, quando eravamo al primo liceo. Perché l’ho fatto? Perché Chiara era chiusa nel suo mondo, parlava poco e non aveva quasi amici. Così ho deciso di imparare la Lingua Dei Segni». Francesca ha 17 anni ed è una studentessa della III L dell’Istituto Leonardo Da Vinci di via Cavour, al centro di Roma.
Due anni fa ha deciso di studiare (e imparare) la LIS per aiutare la sua migliore amica Chiara, sorda, in difficoltà, considerata dagli amici «incapace di comunicare». Da allora Francesca e Chiara sono inseparabili. «I ruoli si sono invertiti. È stata lei a farmi da maestra e ad insegnarmi le basi della Lingua Dei Segni – sorride Francesca – Quanto ci ho messo? Poco più di due mesi per imparare i segni e le parole più comuni».
LA STORIA – «I miei compagni di classe pensavano fossi incapace – racconta Chiara, sorriso timido e voce bassa – E invece io avevo solo difficoltà a comunicare con loro». Chiara ha a disposizione a scuola un tutore e assistente alla comunicazione per 10 ore settimanali. Ma evidentemente non bastava. La reazione di studenti e professori dopo la decisione di Francesca è stata di immediata sorpresa. Il clima è cambiato, è migliorato, e tutti i 24 compagni di classe hanno sperimentato l’inclusione. «Durante le ore libere, ad esempio, quando mancava un professore, abbiamo provato ad insegnare ai nostri compagni la Lingua Dei Segni. Alcuni, è vero, erano distratti. Altri, invece, si sono dimostrati veramente curiosi», continua Francesca, mentre traduce le domande a Chiara per l’intervista.
L’INCLUSIONE – Il progetto di inclusione rientra nel programma “Agente 0011″ lanciato due anni fa dal MIUR. «Come istituto abbiamo deciso di partecipare – racconta la professoressa Anna Costantini, che segue Francesca e Chiara ed è referente del progetto – Ci sono diverse realtà simili nella nostra scuola. E noi vogliamo dare ai ragazzi le giuste competenze per affrontarle». Agente 0011, missione inclusione (questo il titolo completo ndr) si propone infatti di riunire ragazze e ragazzi di tutta Italia scambiandosi idee, opinioni e buone prassi che contribuiscono attivamente all’elaborazione di una cultura della sostenibilità e dell’inclusione. C’è chi lo fa attraverso la realizzazione di una miniserie tv, chi attraverso la danza e chi si concentra sulla sostenibilità urbana.
IL DOMANI – Il futuro? Francesca e Chiara non hanno intenzione di separarsi. «Mi piacerebbe studiare psicologia», sorride la prima. «Anche a me interesserebbe la materia. Vorrei seguire la stessa strada. Ora che ho trovato una persona come lei – spiega, sottovoce, Chiara – non ho nessuna intenzione di perderla».
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