Inclusione alunni sordi, Ens difende il protocollo ministeriale per la formazione degli insegnanti

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ROMA – “Finalmente, nei dibattiti in corso tra dirigenti scolastici e insegnati, inizia a comprendersi che l’inclusione deve necessariamente partire e coinvolgere anche gli insegnanti curriculari proprio per evitare la “ghettizzazione” degli studenti disabili, pertanto l’approccio della classe alla disabilità deve essere totalmente diverso da quello che ancora oggi, purtroppo, è seguito in molte scuole, battaglia questa da sempre condotta dalle associazioni dei disabili”.

A dirlo è il presidente dell’Ente Nazionale per la protezione e assistenza dei Sordi(ENS), Giuseppe Petrucci, il quale in una nota ha voluto rassicurare tutte le parti coinvolte e chiarire la posizione dell’Ente in merito al protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero per le Disabilità, attraverso il quale si avvia il primo progetto di formazione rivolto a docenti di sostegno e curricolari per l’acquisizione delle competenze in Lingua dei Segni Italiana necessarie per un approccio fattivo con gli alunni sordi e realizzare una vera inclusione.

“Ritengo opportuno ricordare a tutti – spiega Petrucci – che l’insegnante di sostegno non è un insegnante al singolo studente disabile bensì è un insegnante “a sostegno” di tutta la classe pertanto la sua preparazione specifica deve essere tale da poter supportare l’insegnante curricolare all’inclusione scolastica degli studenti disabili col resto della classe. Ma vi è di più. Nell’ambito dello sviluppo di questo pensiero il MIUR, non senza fatica e non senza dure lotte da parte delle associazioni ed in particolare dell’ENS, ha compreso che gli studenti con disabilità sensoriali hanno necessità diverse dagli studenti che hanno altre tipologie di disabilità. Le barriere alla comunicazione sono qualcosa di tangibile proprio nei contesti di gruppo come sono quelli scolastici dove lo studente sordo rischia di essere discriminato ancor prima che inizi la lezione in classe.”

Il presidente dell’ENS prosegue: “Un approccio inclusivo dello studente sordo, dunque, prevede che sin dal suo ingresso gli insegnanti di sostegno, laddove previsti per l’alunno sordo, abbiano anche la capacità di interagire con lui per stabilire una relazione empatica tra il docente e l’alunno affinché possa essere facilitato il rapporto di inclusione scolastica e ne possa beneficiare la didattica a favore dello studente. Questi che sono concetti unanimemente accettati non possono spaventare nessuno degli attori coinvolti nel processo didattico né degli operatori del mondo della sordità, interpreti e assistenti alla comunicazione. Nessuno ha mai pensato che un insegnante di sostegno o curricolare possa acquisire quelle competenze linguistiche che sono proprie degli assistenti alla comunicazione e degli interpreti e nessuno ha pensato che l’insegnante di sostegno possa sostituire, neanche in futuro, queste figure Il motivo è molto semplice: innanzitutto gli insegnanti di sostegno non sono automaticamente assegnati allo studente disabile e, quindi, neanche allo studente sordo”.

“La disabilità e l’inclusione scolastica sono temi complessi che non possono essere trattati per compartimenti stagni, questo è un lusso, forse un pretesto, che può utilizzare chi intendere tutelare posizioni di vantaggio di qualcuno ma certo non è un argomento che può essere utilizzato da chi, come l’ENS, deve tutelare e tutela la vita delle persone sorde nella loro complessità e in tutte le sfaccettature. Queste argomentazioni le abbiamo ben rappresentate ai Ministri e, pur accogliendo positivamente l’iniziativa, ci siamo sempre riservati, come è ovvio, di vedere come si concretizzerà. Desidero anche fare un’ulteriore precisazione, perché purtroppo sui social si fa presto a creare caos e di questo caos non beneficia nessuno e a rimetterci sono solo le persone sorde. L’Ente Nazionale Sordi anche con la FAND ha chiesto ufficialmente che sia delineato, a livello nazionale, il profilo dell’Assistente alla Comunicazione al fine di avere un’omogenea preparazione di queste figure su tutto il territorio nazionale garantendo una professionalità di base comune a tutti gli studenti sordi che beneficiano del lavoro di queste figure, preservando al contempo coloro che svolgono questo lavoro da tempo, l’ENS non lascia nessuno indietro”.

“Devo constare – conclude Petrucci – che il livore di qualche individuo contro questa iniziativa sarebbe stato meglio indirizzarlo a chi, con altrettanto deprecabile livore, nega pubblicamente e in ogni sede l’esistenza stessa della Lingua dei Segni e della sua natura linguistica. Infine non sfugge che alcuni studenti sordi preferiscono altri strumenti ed altre metodologie per vivere la sordità e per garantirsi l’inclusione sociale e scolastica: mi sento di rassicurare anche loro perché siamo da sempre per il diritto di Libertà di Scelta della comunicazione delle persone sorde e nell’ambito scolastico sono riservate altre risorse per l’attuazione anche di queste diverse possibilità comunicative”.

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