I due giovani allievi dell’istituto superiore “IPIA Ferrari” attendono ormai da 50 giorni che il Comune di Castellammare di Stabia assegni ad entrambi un interprete con cui comunicare attraverso la LIS, la Lingua Italiana dei Segni. «Non renderci muti per la seconda volta».
di Mauro De Riso – 20 ottobre 2017
«Non renderci muti per la seconda volta». È questo l’appello di Giuseppe e Paolo, due gemelli di 16 anni affetti da ipoacusia neurosensoriale bilaterale profonda, l’equivalente della sordità. I due giovani allievi dell’istituto superiore “IPIA Ferrari” attendono ormai da 50 giorni che il Comune di Castellammare di Stabia assegni ad entrambi un interprete con cui comunicare attraverso la LIS, la Lingua Italiana dei Segni, una figura che in base alla legge 104 spetterebbe loro di diritto.
I bambini sordi, d’altra parte, in ragione del deficit sensoriale, non hanno l’opportunità di accedere ai contenuti attraverso l’udito, perciò fanno ricorso ad una comunicazione di tipo visivo-gestuale e il compito degli insegnanti di sostegno consiste nell’utilizzare metodologie didattiche che rendano i contenuti visivamente accessibili. «I miei figli non possono andare a scuola perché il Comune continua a rimandare l’assegnazione dell’interprete – spiegano i genitori dei due ragazzi -. E pensare che dispongono anche dei fondi regionali, ma si continua ad addurre la scusa di un appalto tardivo per giustificare un ritardo inconcepibile che va a ledere i diritti dei nostri figli, il cui unico meccanismo di comunicazione con il mondo esterno consiste proprio nella LIS. Solo grazie all’approccio con questa modalità di relazione, infatti, fin dalla scuola dell’infanzia ogni bambino sordo può partecipare spontaneamente alla quotidianità».
Rosaria, madre dei due ragazzi, ha deciso di iscrivere i figli alla filiale di Gragnano dell’istituto superiore la cui sede legale è a Castellammare di Stabia, ragion per cui ha inoltrato la domanda al Comune stabiese. Ma da quasi due mesi i figli non hanno la possibilità di partecipare attivamente alle lezioni. «Mi risulta che sia prevista dalla legge un’assegnazione provvisoria in attesa dell’espletamento dell’appalto – prosegue la madre di Giuseppe e Paolo -, ma non c’è verso di smuovere l’amministrazione di Castellammare, i cui continui rinvii sviliscono la dignità dei miei figli.
L’insegnante di sostegno dovrebbe subentrare e apprendere la storia clinica del bambino, attraverso la lettura della diagnosi funzionale depositata in segreteria e del PEI (Piano Educativo Individualizzato) dell’anno scolastico precedente. A marzo io e mio marito abbiamo deciso di pagare un interprete che affiancasse i nostri figli durante le lezioni almeno per 3 ore a settimana, ma quest’anno non ci arrenderemo, perché a Giuseppe e Paolo è stato negato il diritto all’istruzione».