«Vi spiego perché quel bimbo disabile deve restare con me»

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Parla l’ex insegnante dell’alunno delle Motto  a cui ancora non è stato assegnato il docente di sostegno

di Cesare Bonifazi

Una protesta degli insegnanti di sostegno (foto di archivio)

VIAREGGIO. A dividere Leonardo dal suo insegnante non è la sua disabilità ma la burocrazia. Esiste una legge in Italia che permetterebbe quella che viene chiamata in gergo “continuità didattica per gli alunni disabili”: dà la possibilità a un insegnante di seguire uno studente per tutto il ciclo di studi. Ma non si può realizzare perché non esiste un regolamento per attuare questa norma e quindi non solo Leonardo non può avere il docente dello scorso anno ma, al momento, per questioni legate all’assegnazione delle cattedre, non ne ha neanche uno.

«Tra me e Leonardo si è instaurato un bellissimo rapporto – racconta l’ex insegnante – avevamo legato molto tanto che sono andato a trovarlo a casa diverse volte, per Natale per esempio. Lui ha inserito il mio nome tra le poche parole che riesce a dire. Alla fine dell’anno riuscivamo anche a salire completamente le scale delle medie mano nella mano. Io stesso ho imparato molte cose – ammette – adesso so fare i segni, anche se non posso fare discorso completi». Dietro al toccante racconto del docente ci sono quattordici anni difficili per Leonardo che ha un forte ritardo pisco-fisico che lo costringe a stare seduto in una sedia a rotelle e a esprimersi attraverso il linguaggio dei sordomuti, la Lis. Il suo handicap ancora non ha un perché: «I medici – racconta la madre, Barbara Piacentini, che ha deciso di raccontare la sua storia inviando una lettera a Il Tirreno   – credono che abbia una base genetica».

Leonardo è un bambino speciale e con un carattere forte: non sempre è entrato in sintonia con il proprio insegnante di sostegno ma con quello dell’anno scorso la storia è andata totalmente in modo diverso.

«Dopo alcuni mesi in cui ci siamo studiati – racconta il docente – siamo entrati in contatto e lui in un anno ha fatto tanti passi in avanti riuscendo anche a migliorare sul lato della comunicazione». La madre di Leonardo è la prima che vorrebbe lo stesso insegnante dell’anno scorso ma non è esattamente semplice: l’anno scorso il professore che gli era stato assegnato non era abilitato per il sostegno ma era stato scelto dalla graduatoria di matematica. Quest’anno non sarà diverso: prima dovranno essere chiamati gli insegnanti dalle graduatorie specifiche per materia. Una volta esaurite le cattedre per i singoli insegnamenti viene creata una nuova graduatoria con coloro a cui non viene assegnata la cattedra. A questi insegnanti viene proposto il sostegno.

«Non è totalmente escluso che possa nuovamente essere l’insegnante di Leonardo – spiega il professore – ma non c’è alcuna sicurezza. E al momento non ci possiamo avvalere della continuità perché, se chiamassero direttamente me, persone con un punteggio maggiore potrebbero fare ricorso».

La scuola è iniziata venerdì e Leonardo non ha ancora un insegnante. La madre ha deciso di non mandarlo in classe fino a domani quando comincerà il servizio degli assistenti di ICare (per sole 12 ore alla settimana). Lunedì incontrerà di nuovo il suo vecchio insegnante che lo andrà a trovare, ma solo per poche ore. In attesa che gliene venga assegnato un altro.
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