La Lingua dei Segni nei nidi del Lazio

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Già da qualche mese è stato avviato un progetto regionale ambizioso: diffondere la conoscenza della LIS – lingua dei segni italiana nei nidi del Lazio. L’iniziativa regionale, che rientra nell’ambito della Programmazione del Fondo MIM – Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’annualità 2023, di cui alla D.G.R. n. 859/2023, e del Piano Annuale di Programmazione degli interventi di cui alla L.R. n. 6/2015 “Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua italiana dei segni e per la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva.

Screening uditivo neonatale”, è promossa dalla Direzione Inclusione Sociale – Area Famiglia, Minori e Persone Fragili con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei bambini (da zero a tre anni), affetti da sordità, attraverso un percorso formativo altamente specialistico rivolto alle operatrici e agli operatori dei nidi presenti sul territorio regionale.
Con tale formazione s’intende, quindi, rafforzare le competenze degli operatori dei nidi per supportarli nell’attività professionale svolta quotidianamente con i bambini sordi, puntando sul miglioramento dell’aspetto relazionale e comunicativo.

Imparando quale debba essere l’approccio corretto, dunque, le educatrici e gli educatori non solo favoriranno l’inclusione sociale dei bambini sordi nel contesto scolastico ma agevoleranno i piccoli nel loro modo di rapportarsi con il mondo esterno e con lo stesso ambiente familiare. Il percorso formativo intende offrire degli strumenti pratici agli educatori per individuare precocemente i segni della sordità nei bambini che frequentano i nidi e, al contempo, fornire indicazioni utili ai loro genitori che consentano di creare le condizioni favorevoli per una reale integrazione tra il contesto educativo scolastico e quello propriamente familiare.

Il percorso formativo, realizzato con il supporto tecnico della Divisione Formazione della Direzione Fondi Comunitari, Formazione e Servizi per l’Impiego di LAZIOcrea S.p.A., prevede la realizzazione di un corso di complessive 16 ore articolato in 4 giornate, che verrà replicato per circa n. 50 edizioni.
L’interesse suscitato dall’iniziativa regionale è confermato dall’elevato numero di adesioni: entro il mese di maggio 2024 sono pervenute n. 620 iscrizioni. Pertanto, tra il mese di ottobre e il corrente mese di novembre sono già state attivate n. 15 classi composte da una media di 20/25 persone.

Lo staff dei docenti può vantare cinque professionisti del settore, tra cui educatrici e pedagogiste, interpreti e formatrici specializzate nella promozione del bilinguismo italiano/LIS, docenti di alta formazione esperti nel campo della comunicazione e dell’interpretariato LIS e LIST.
La progettazione di dettaglio, frutto della collaborazione tra i docenti e della condivisione dell’esperienza professionale di ciascuno, si è focalizzata sui seguenti aspetti: la sordità in età evolutiva; stereotipi e pregiudizi; spazi, tempi e organizzazione del lavoro quotidiano dell’operatore; la lingua dei segni italiana (LIS) e la comunità sorda; individuazione dei segnali significativi per una diagnosi precoce della sordità; il coinvolgimento delle figure genitoriali e della rete territoriale; il ruolo dell’educatore e la relazione educativa al nido; la costruzione di una didattica inclusiva e modellata sulle esigenze e gli interessi del bambino.

La metodologia adottata mira all’innesto degli aspetti nozionistici su un tessuto esperienziale facendo continuamente riferimento a casi pratici in modo da rendere i concetti espressi più chiari e più aderenti all’attività svolta nei nidi dalle educatrici e dagli educatori.
La Regione Lazio sta investendo molte risorse ed energie in questo progetto formativo nel quale il punto focale “è” e “deve essere” sempre il bambino sordo e le sue esigenze. L’obiettivo che ci auguriamo di raggiungere è che quella del nido possa essere vissuta dal bambino sordo come un’esperienza positiva e straordinaria al pari di quella vissuta dal bambino udente, anche e soprattutto grazie alle capacità delle educatrici e degli educatori che stiamo formando.

Redazione LAZIOcrea

 

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