Due progetti per promuovere diverse forme di comunicazione cruciali per rispondere alle nuove domande sociali. Hanno già preso il via nell’istituto Comprensivo statale 2 di Alghero e a breve partiranno anche in quelli di San Giuseppe e del Pertini-Biasi di Sassari le due attività di formazione volute dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Sassari (Uici) e rivolte al mondo scolastico: la prima, intitolata “Le tue mani mi parlano”, è dedicata agli alunni delle scuole elementari per promuovere l’acquisizione della Lingua italiana dei segni (Lis).
di Pietro Serra
La seconda, chiamata “Un ponte sui canali della comunicazione”, offre agli insegnanti una cassetta di attrezzi di competenze legate principalmente alla comunicazione emotiva e all’utilizzo del codice Braille.
Nel primo caso, la Lis è la lingua usata nella comunità sorda italiana, sfruttando la preziosa risorsa delle abilità visive che permette di aprire un canale di comunicazione non verbale alternativo. Uno dei punti di forza della comunicazione in Lis consiste nella possibilità di esprimere uno stato d’animo in modo immediato attraverso l’utilizzo del segno. La Lis è un canale comunicativo che può essere utilizzato non solo con i disabili uditivi, ma anche con i disabili cognitivi, quali gli autistici, per citare un caso particolare, ma anche dai così detti normodotati, per applicazioni sia assistenziali che in altri contesti della quotidianità.
Il secondo progetto nasce invece dalla presa di coscienza che oggi è sempre più richiesto agli insegnanti un insieme di soft skills che accrescano il profilo identitario professionale. Questo ventaglio di competenze comprende abilità legate, oltre alla scienza e al metodo dell’insegnare, anche a competenze emotive e a competenze comunicative. Con un occhio particolare a chi è portatore di disabilità
“Alla nostra associazione sono arrivate molte richieste di formazione in tal senso – racconta il presidente dell’Uici di Sassari, Franco Santoro – soprattutto da insegnanti che hanno manifestato l’esigenza di ricevere formazione sui canali comunicativi. Le statistiche nazionali degli osservatori scolastici confermano che su questi temi c’è un vuoto formativo. Con queste attività confermiamo il nostro impegno a favore del territorio e in particolare del mondo della scuola“.