Giù le barriere, ogni barriera perché comunicare è ciò che importa, più di tutto. A Lonate Pozzolo si fa anche con un’iniziativa bellissima. Venerdì 5 novembre avrà inizio la prima delle sei lezioni del corso LiS erogato dall’Istituto dei Sordi di Torino e promosso dall’amministrazione comunale che vedrà coinvolte 35 persone tra cui docenti e personale Ata dell’Istituto Carminati.

di MA.LU.

Che cosa significa LiS? È l’acronimo che sta ad indicare la Lingua dei Segni Italiana, è una forma linguistica comunicativa che permette la piena inclusione di persone sorde, contribuisce appunto ad abbattere le barriere comunicative che potrebbero sorgere di fronte a persone con questo deficit o con disfunzioni che pregiudicano la comunicazione verbale convenzionale.

Si pensi a questo periodo nel segno delle mascherine: quanto è difficile per una persona con sordità comunicare in questo contesto?

La Lis fa unicamente leva sul canale visivo, mentre la lingua orale sfrutta il canale uditivo. Impararla, anche solo nei principi basilari, e praticarla è un modo per aprire la mente ad una forma di comunicazione alla quale generalmente non si pensa, spiega il Comune. È il corpo che parla e «diventa contenitore di concetti da trasmettere creando una comunicazione armonica in cui corpo e pensiero camminano insieme».

E ancora dice il Comune: «Soprattutto per chi lavora in settori che hanno a che fare con le persone, avere la possibilità di relazionarsi facilmente con chi ha ipoacusia è di certo un valore aggiunto. 
Non si tratta solo di “conoscere un’altra lingua” ma anche di sviluppare una sensibilità maggiore verso le esigenze dell’altro».

L’idea – si racconta ancora – nata da un progetto proposto dalla maestra Lorena Zocchi: nel suo percorso professionale ha già sperimentato con gli studenti l’apprendimento di questa lingua.  L’assessore alle Politiche sociali Melissa Derisi ha subito abbracciato l’idea e si è attivata per concretizzare il tutto.

«Questo è uno dei primi passi per costruire una società inclusiva e attenta alle esigenze del prossimo» si conclude.

 

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