Il paese bilingue con la lingua dei segni Si guarda Sanremo per fare esercizio

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L’inclusione passa anche dal linguaggio. E nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella la Lingua dei segni italiana (Lis) sta diventando una seconda lingua per bambini e genitori, insegnanti, artisti, amministratori, logopedisti, operatori che si occupano di disabilità, imprenditori.

Una lezione sulla lingua dei segni a Sant’AmbrogioSofia Ines Musumano

Una seconda lingua che comunica con le mani e il corpo, trasmessa con entusiasmo ad altre persone che vivono nei dintorni. La grande sfida è partita dalla Scuola d’Arte Paolo Brenzoni ed è stata raccolta dall’amministrazione comunale, dalla scuola dell’infanzia don Ulisse Bertoldi, dalla ditta Testi Group e dalla Libera Università Popolare della Valpolicella. In questi giorni poi, complice il Festival di Sanremo, l’entusiasmo degli ambrosiani che aspirano a essere bilingue è alle stelle. Per la prima volta, infatti, la kermesse musicale della Rai promuove l’interpretazione nella Lis dell’intera manifestazione, canzoni in gara comprese.

Fino a oggi, a Sant’Ambrogio molti sono incollati alla tv per seguire il Festival e fare pratica osservando gesti delle mani, espressioni del viso e movenze del corpo degli interpreti Lis. L’esercizio si sta rivelando utilissimo per tutti.

L’INIZIO. Alla Scuola d’arte tutto è nato grazie a Sofia Ines Musumano, talentuosa artista sorda che da quattro anni frequenta i corsi di pittura con i docenti Sebastiano Zanetti e Iva Recchia. «La mamma Adriana la segue e le traduce la lezione, ma ci siamo subito accorti che era utile e doveroso essere più inclusivi», spiega il direttore della scuola, Beatrice Mariotto. Le opere di Sofia sono state esposte in molti paesi (ora a Villa Venier a Sommacampagna, fino al 29 febbraio) e in una galleria d’arte di Venezia, ma in particolare a Sant’Ambrogio durante la mostra di fine anno della Scuola. «Grazie al contributo della Fondazione Rana, possiamo dotarci di un’interprete così che Sofia Ines e gli amici sordi possano condividere con noi quanto avviene», continua Mariotto. Ma la Scuola non si è fermata qui. «Ci siamo resi conto che le difficoltà comunicative tra persone sorde e non sono causate da barriere materiali e culturali che possono essere rimosse», prosegue Mariotto.

I CORSI PER ADULTI. Inizia così una proficua collaborazione con l’interprete Lis Manuela Giuliani, figlia di due sordi segnanti. Con lei, il supporto dell’amministrazione e della Testi Group, la Scuola d’Arte ha organizzato nel 2019 un breve corso a villa Brenzoni Bassani. Partecipano un centinaio di persone, ben oltre le aspettative. «Noi volevamo comunicare in modo migliore con Sofia e appoggiarla nella sua opera di ambasciatrice della comunità sorda, ma ci siamo presto accorti di non essere soli in questa voglia d’inclusione», prosegue Mariotto. Dopo l’exploit l’interesse non si placa, anzi tante altre persone si fanno avanti per imparare. A tal punto che il direttore della Scuola d’Arte si rivolge alla Libera Università Popolare della Valpolicella per gestire le numerose richieste e istituire nuovi corsi di sensibilizzazione e pratica. A ottobre 2019 parte il primo a Fumane, sempre con Giuliani, con 20 partecipanti. Ma non basta. A inizio 2020 ne parte un secondo, alla biblioteca comunale ambrosiana, con altre 20 persone. In un crescendo continuo. «Si tratta di un primo approccio alla Lis, di un modo per aprire la mente e occuparci insieme d’inclusione e integrazione», spiega Giuliani. «La cosa più importante sarebbe partire dalle scuole, insegnando ai bambini piccoli l’alfabeto dei segni attraverso canzoni o filastrocche».

ALL’ASILO. Detto fatto. Il paese di Sant’Ambrogio inizia a fare rete con la scuola dell’infanzia don Ulisse Bertoldi. A interagire con i bambini è la stessa Sofia Ines Musumano. «Con lei abbiamo realizzato un laboratorio per una trentina di bambini di 5 anni sul tema Abbasso i muri», spiega la coordinatrice Marta Beghini. «A 15 bimbi di 4 anni, invece, Sofia ha insegnato tramite la Lis a esprimere a gesti le emozioni, i nomi degli animali, i saluti e il segnanome di ciascuno. Infine, durante la festa di Natale è stata presentata alle famiglie una canzone con la lingua dei segni».

Un modo per i bambini di aprirsi al diverso, per le famiglie di essere coinvolte e per Musumano di continuare la sua opera di diffusione delle problematiche che incontrano le persone sorde. Partendo da Sant’Ambrogio, il paese bilingue.

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