«Segnano» tutti: l’autista del pulmino che ora è in pensione ma che la Lis l’ha imparata perchè voleva dialogare con i suoi piccoli passeggeri; il gelataio e l’edicolante che insieme alla moglie ha seguito un corso così da poter vendere libri e riviste a quei giovani lettori che non riuscivano a spiegarsi come i loro coetanei.
paola guabello
Il progetto considera i sordi come una minoranza linguistica, con una propria cultura e quindi una propria lingua così i bambini udenti e non udenti convivono e interagiscono né più né meno di quando si parla inglese con un amico straniero. Nessuno avrebbe immaginato, quindici anni fa, che quei primi passi avrebbero potuto varcare il portone di scuola e circolare in città.
«Da 14 anni faccio l’edicolante a Cossato – spiega Riccardo Melon che con la moglie Silvana gestisce le vetrine di via Mazzini – In negozio hanno iniziato a entrare ragazzi non udenti. Mia moglie era amica di Claudia Innocenti, una maestra, e parlando con lei ha deciso di seguire un corso, poi mi ha trasferito le sue conoscenze. Prima, spesso, si doveva ricorrere alla scrittura per comprendere le cose fondamentali ora va meglio e siamo amici dei nostri clienti».
Sono tante le famiglie che scelgono di vivere a Cossato proprio grazie a questa opportunità. In prima fila le associazioni Vedo Voci ed Ens, che organizzano eventi, corsi di sci con la scuola di Bielmonte Monte Marca e perfino spettacoli (uno andato in televisione a «Italia’s got talent»). «E’ stato il gelataio, Pietro Capraro, a darci una mano a vendere i biglietti del cabaret tutto tradotta in Lis» conclude Innocenti. E non poteva che essere un nuovo successo.