Ieri sera Sara Giada Gerini ha presentato il suo libro, #FacciamociSentire

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Tutto iniziò due anni fa, quando una giovane di Carbonia, Sara Giada Gerini, 37 anni, non udente dalla nascita a causa di una rosolia materna al quarto mese di gravidanza, decise di iniziare la campagna #FacciamociSentire per sensibilizzare tutti sui problemi legati alla sordità. La sua battaglia, iniziata in solitudine, ha presto coinvolto milioni di persone, in tutto il mondo, grazie soprattutto alla pubblicazione di un breve video della durata di 73 secondi, realizzato nella casa di una zia, con il quale ha lanciato una serie di messaggi, attraverso dei cartelli, per sollecitare la sottotitolazione di tutti i programmi televisivi, che hanno oltrepassato tutti i confini, ben al di là di quelle che erano le sue aspettative iniziali.

Le condivisioni e le visualizzazioni su Facebook (ad oggi rispettivamente circa 830.000 e quasi 29 milioni), hanno portato alla pubblicazione di un libro cartaceo di 176 pagine, #FacciamociSentire – La Sfida Invisibile, nella quale Sara, su sollecitazione di un entomologo, Claudio Venturelli e con la collaborazione di Marina Migliavacca Marazza, ha ricostruito la sua storia, con uno spirito assolutamente costruttivo, che sta presentando da alcuni mesi in tutta Italia, con riscontri straordinari.

Venerdì 31 agosto Sara ha presentato il libro a Carbonia, la sua città, nella sala polifunzionale di Piazza Roma, nell’ambito della rassegna “Carbonia Scrive”, in una serata organizzata con la collaborazione del comune di Carbonia e dello Sbis.

La presentazione è stata aperta da un intervento della mamma di Sara, Lilia Dettori, professoressa liceale in pensione (Sara è stata una sua allieva), che ha letto l’introduzione al libro di Claudio Venturelli. Sono seguiti gli interventi di Antonello Dessì, scrittore ed ex amministratore pubblico, e di Sabrina Sabiu, scrittrice ed assessore della Cultura in carica del comune di Carbonia. E, infine, quello di Sara, che ha riconosciuto come l’idea della campagna #FacciamociSentire sia andata al di là delle sue migliori aspettative e, soprattutto dopo la pubblicazione del libro (aprile 2018) la impegna quotidianamente in giro per l’Italia (Sara ha sempre viaggiato molto, in tutto il mondo, ed ha socializzato con tutti, praticando diverse discipline sportive, brillando soprattutto nella pallavolo).

La serata, infine, si è arricchita con gli interventi di alcuni dei presenti, tra i quali il papà, Chicchi Gerini, medico psichiatra in pensione, e la mamma, Lilia Dettori. Tra i presenti anche Daniela Marras, presidente del Consiglio comunale di Carbonia.

Oggi Sara è partita per Castelsardo, dove domani parteciperà, con Salvatore Sanna, ad un dialogo sulla campagna #facciamocisentire, nell’Archivio Storico – Biblioteca comunale, nell’ambito di “UN’ISOLA IN RETE 2018” – Festival Internazionale di promozione del libro e della lettura.

La storia di Sara raccontata nel libro, è sintetizzata in un intervento scritto dalla stessa Sara, che pubblicammo a fine 2016, e che riproponiamo.

La storia di Sara Giada Gerini

Oggi vorrei raccontarvi in breve una storia, quella della mia famiglia.

Mia madre era un’insegnante di italiano/latino al liceo e mio padre uno psichiatra. Attualmente sono in pensione.

Ho 3 fratelli e una sorella.
Sì, siamo una famiglia numerosa.

E nel lontano 1974 è stata con noi qualche giorno, un’altra bambina, Giada. Con lei avremmo fatto una squadra di pallavolo completa.
Il vuoto per la perdita di un figlio deve essere indescrivibile… poi sono arrivati altri di noi figli…

Nel 1979 nasco io.
Una rosolia materna al quarto mese di gravidanza non è l’inizio di una bella storia, ma la fiducia e la speranza di un figlio, comunque atteso e desiderato, fanno credere alla possibilità positiva di affrontare il problema che ne viene.
Così sono nata io e la previsione di gravi malformazioni nel tempo si è concretizzata nella certezza di essere “normalmente” sorda. Una specie di miracolo.

Se sono diventata così lo devo ai miei genitori.
Lo devo a loro per la tenacia e la forza positiva di credere in qualcosa.

Mia madre decise di farmi da “logopedista”, anni di pazienza, sua e di arrabbiature di tutte e due… come tra madre e figlia.
Allora non esistevano gli attuali strumenti che potessero migliorare la crescita di un bambino sordo.
Una condizione “invisibile” e sottovalutata da molte persone e spesso anche dai medici.

Mia madre e mio padre si armarono di tutto punto per non farmi mancare nulla tant’è che sono cresciuta quasi con la convinzione di essere una bambina udente.

Sono cresciuta, comunque, circondata da persone che mi rispettavano, anche perché so che insieme ai doveri ci sono anche i diritti, soprattutto per chi ha un problema che anche gli altri devono aiutare a risolvere.

A volte con sofferenza ma sempre con tenacia ho difeso il mio diritto al rispetto; ora sono qui per rivendicare i diritti che ci sono stati negati per anni. Il diritto all’informazione e alla comunicazione è uno di questi. Dalla mia famiglia ho ricevuto questa consapevolezza!

Chi crede in questa iniziativa ha già vinto!!!

Perché proprio GRAZIE A VOI e al vostro supporto mi sento meno sola.

Noi siamo la forza… e insieme noi possiamo vincere!!!

GRAZIE ANCORA siete tutti meravigliosi.

#FacciamociSentire Sempre!!!

Sara Gerini

http://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com

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