Accessibilità ed inclusione, sono le parole chiave che definiscono il progetto “Arte tra le mani” promosso dal Museo del Tessuto, al quale hanno preso parte oltre 140 partecipanti tra ragazzi, genitori e operatori socio sanitari.
Pochi e semplici principi: l’ascolto del pubblico, il dialogo con le realtà del territorio e la volontà di abbattere qualsiasi barriera socio-culturale per rendere il museo di tutti. Dopo la sperimentazione del primo anno, il museo ha rinnovato la collaborazione con il Banco BPM con la volontà di perseguire l’obiettivo di coinvolgere nella vita cittadina e nelle attività culturali i pubblici con disabilità. Il progetto, iniziato nella primavera dello scorso anno, si è concluso con la consegna dei manufatti dei ragazzi alle famiglie. Un momento toccante nel quale le famiglie hanno potuto potuto constatare con mano l’esperienza di crescita e arricchimento fatta dai più piccoli.
Attività di questo tipo riescono infatti a stimolare la mente dei ragazzi, migliorandone lo stato di benessere e contribuiscono in maniera significativa alla loro serenità difficilmente raggiungibili con altri tipi di progetti. Nella prima fase la Fondazione Opera Santa Rita e il Centro Silvio Politano hanno coinvolto i ragazzi con autismo mentre nella seconda fase, il progetto ha visto la partecipazione per la prima volta della sezione pratese dell’Ente Nazionale Sordi. Grazie al prezioso contributo della Fondazione Santa Rita, 53 tra bambini e ragazzi adolescenti, con autismo ad basso alto e medio funzionamento hanno potuto confrontarsi nei tredici percorsi progettati dal museo, suddivisi in tre incontri ciascuno. I ragazzi, divisi in gruppi di 3/4 partecipanti, sono stati accompagnati dagli educatori socio-sanitari e psicologi del Santa Rita- alla scoperta del museo in uno spazio tranquillo e accogliente seguendo i loro bisogni. Nelle attività laboratoriali progettate dal Museo, ai i tessuti e i materiali tessili esposti ne percorso di visita, si sono aggiunte azioni motorie per esplorare lo spazio attraverso le potenzialità del corpo.
L’importante sostegno economico del Banco BPM ha inoltre permesso di estendere le attività anche alle persone sorde offrendo, anche per loro, nuove opportunità di relazione e di inclusione. Negli otto incontri complessivi, i partecipanti hanno potuto conoscere la storia del museo, della produzione tessile e la sostenibilità ambientale nella moda. Ad ogni incontro, un educatore museale è stato affiancato da un interprete LIS, concludendo ogni momento con una attività laboratoriale. Le attività sono state co-progettate con l’educatrice museale Arteterapeuta Ambra Nardini della Cooperativa Eda e con le interpeti LIS Paola Castelletti e Veronica Langianni. Questa mattina, mercoledì 24 luglio, alla chiusura del progetto era presente l’assessore alle Politiche Sociali Sandro Malucchi che ha ricordato come esperienze di questo tipo siano fondamentali e che “ogni azione di supporto finalizzata all’annullamento delle distanze determina coesione e definisce i perimetri di una comunità che si deve contraddistinguere per essere competente, solidale e aperta”.
La presidente del Museo del Tessuto Fabia Romagnoli, ringraziando il responsabile della direzione tirrenica del banco popolare Marco Giorgio Valori, ha sottolineato che “da dieci anni il museo lavora sui temi dell’inclusione e dell’accessibilità e stiamo investendo nella formazione del personale dipendente per allargare i progetti anche a persone malate di Alzheimer”. Nicoletta Ulivi, direttrice generale della Fondazione Santa Rita: “Si tratta di un’importante occasione di crescita esperienziale che rafforza la nostra collaborazione e ci auguriamo di poter proseguire le attività in futuro riuscendo ad ampliarle con nuove idee e nuovi progetti”.