“Le mani sono i nostri occhi e nell’arte togliamo il divieto di toccare, rendiamo le opere veramente accessibili anche a chi ha la vista ma di solito non le “sente”: sarà un’esperienza innovativa per tutti”. “Il museo accessibile non è un’opera di assistenza disabili ma un progetto culturale, un progetto di umanità che apre prospettive diverse anche a chi non ha disabilità”. Queste le parole rispettivamente di Andrea Socrati del Museo tattile statale Omero di Ancona e Claudia D’Alberto, docente dell’università degli studi Gabriele d’Annunzio di Chieti, al convegno “Attraverso il museo: riflessioni polisensoriali: valorizzazione, accessibilità e digitalizzazione”, che si è tenuto venerdì nella curia arcivescovile di Lanciano per la riapertura del museo diocesano.
Taglio del nastro venerdì sera per la struttura custode dei tesori della diocesi, con le 9 sale che aprono le porte a tutti, anche a chi non vede e non sente, grazie a una serie di lavori fatti grazie all’aggiudicazione di un bando Pnrr “Rimozione barriere fisiche, cognitive e sensoriali” da 180mila euro. Museo riaperto con nuovi video che descrivono le stanze anche con lingua dei segni, pitture e sculture con accanto riproduzioni in scala ridotta da toccare per chi non vede e spiegazioni in braille, percorsi con app multimediali, nuova brochure e nuovo sito.
E tra i tesori accessibili davvero a tutti ci sono ad esempio il quadro dell’Annunciazione lignea del XVII secolo, i gioielli della Madonna del Ponte, una riproduzione di una parte della Casula del XIV XV, del Cristo portacroce (1525-1550) e della meravigliosa Croce processionale di Nicola da Guardiagrele (metà XV sec).
“Negli anni, il significato della parola museo ha subito dei cambiamenti”, dice l’arcivescovo di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone, “e l’ultimo nel 2022 ha aperto alle parole accessibilità, condivisione, inclusività. Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze. Sono scrigni di cultura aperti al mondo”.
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“Accessibilità è una nuova idea di patrimonio culturale per le nuove generazioni”, aggiunge Claudia D’Alberto, “e non deve essere intesa come spazio dedicato, perché il museo è aperto a tutti: i video in lingua dei segni sono utili anche per chi sente, mentre l’esplorazione tattile di un’opera è un’esperienza innovativa anche per chi vede, perché la conosce sotto un altro punto di vista”. E a provare a spiegare cosa significa non vedere e non sentire sono Angelina Giangiulio, presidente dell’unione ipovedenti e ciechi sezione Chieti, Serena Caravaggio vicepresidente Ens (Ente nazionale sordi) sezione provinciale di Chieti, che hanno collaborato al progetto.
“Per chi non vede è difficile capire come è fatto un quadro, per una statua è un po’ più semplice”, dice Giangiulio. “Usiamo le mani come occhi ed è straordinario poter toccare le opere d’arte, un’emozione. Questi progetti sono un passo in avanti importanti per tutti”. “Così possiamo sentirci cittadini del mondo”, continua Caravaggio “e siamo orgogliosi di aver partecipato al progetto per rendere il museo accessibile e inclusivo”. E sull’importanza del tatto che è uguale per tutti è Socrati del museo Omero, il più importante al mondo e tra i primi musei tattili che ha portato alcune opere in mostra nel museo di Lanciano. “Togliamo il divieto di toccare”, lancia l’appello , “ci sono opere di marmo, bronzo, tessuti che si possono sfiorare senza rovinarle. Toccare significa poter condividere e capire altri aspetti dell’opera, ad esempio la temperatura di un oggetto che il non vedente non coglie. L’arte è multisensoriale e il museo accessibile è un grande progetto culturale”.
A spiegare i lavori chi li ha materialmente realizzati, Marco Marani, cofondatore e Project manager di Bey Studio. Prima fase analisi opere e descrizione fatta dall’equipe diocesana con don Domenico Di Salvatore, responsabile del museo, Ada Giarrocco, storica dell’arte della curia mentre progettista e rup Marco Caliendo e il responsabile scientifico del museo Angelo Di Monte. “Abbiamo scelto tre parole per raccontare quanto fatto: valorizzazione, accessibilità, digitalizzazione”, spiega Marani, “valorizzazione delle opere, del museo attraverso anche la digitalizzazione che lo rende accessibile. Siamo partiti a settembre con i sopralluoghi, poi scelte le opere con l’equipe diocesana abbiamo iniziato la loro scansione tramite la fotogrammetria e sensori lidar, poi lavorazione in 3d con artisti 3d e stampa. Con le associazioni ciechi e sordi abbiamo creato i video in lingua dei segni, le descrizioni in braille, il percorso plantare, la mappa tattile. Abbiamo creato il nuovo sito del museo, app, e supporti cartacei come nuova brochure e plico con descrizione di tutte le opere”. Un lavoro notevole per un museo che riapre e oggi senza frontiere.
Il museo diocesano di Lanciano è aperto nei giorni di lunedì, martedì e giovedì dalle 9.30 alle 12.30, venerdì, sabato e domenica aperture dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Chiuso il mercoledì.