Un progetto di Sardegna Ricerche e CRS4 rende accessibile e piacevole per tutti l’esperienza di una visita di un’esposizione museale. Esperti di diversi settori si sono confrontati con un corretto approccio alla progettazione universale, per trovare nuove soluzioni nell’ottica di una reale integrazione sociale e culturale. Le esperienze di Cagliari e Villanovaforru
Negli ultimi anni il settore turistico ha conosciuto una serie di trasformazioni nei suoi paradigmi tradizionali: in particolare, dal turismo basato sul “vedere” si è passati prima al turismo del “fare” e poi del “sentire”. Oggi il turista desidera entrare in contatto con la destinazione e stabilire con essa un rapporto autentico e sincero. I ricercatori che operano nel campo dell’interazione naturale hanno sperimentato nuove modalità di interazione uomo-computer (gestuali, tattili, vocali) riuscendo così a sfruttare tutta la ricchezza dell’espressività umana. “Over the View” è una di queste modalità innovative. Si tratta di un progetto finanziato da Sardegna Ricerche attraverso il programma ‘Azioni cluster top-down’, nell’ambito del POR FESR Sardegna 2014-2020. I progetti cluster sono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori. Over the View, che avrà una complessiva durata di 36 mesi, salvo proroghe scadrà a marzo 2021, dunque è già tempo di bilanci.
«Questo progetto – sottolinea Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 – si inserisce nelle numerose attività che il Centro pone in essere nei confronti di tutte le disabilità, attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che fanno capo alle competenze acquisite in altri settori. Over the View ha lo scopo di valutare le tecnologie e la loro integrazione, per individuare tutte le soluzioni che rendono interessante, piacevole e educativa l’esperienza di una visita di un’esposizione museale anche per le persone con disabilità sensoriali. Abbiamo inoltre condiviso le recenti raccomandazioni per l’accessibilità al patrimonio culturale emanate dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, nell’ottica dell’integrazione degli aspetti tecnologici con un’analisi sulle metodologie da adottare nelle progettazioni di esposizioni e nelle forme di comunicazione».
Il progetto è coordinato da Gavino Paddeu, responsabile per il CRS4 del programma Tecnologie per l’interazione naturale e la gestione della conoscenza. «Partecipano a Over the View – spiega Paddeu – imprese che provengono dal mondo ICT e dal turismo, associazioni di disabili e imprese che si occupano di integrazione dei disabili nella società. Tutti hanno approfondito le rispettive conoscenze in tema di esposizioni museali accessibili con un approccio alla progettazione universale, in modo tale da poter gestire in autonomia o in collaborazione tra loro la progettazione e la realizzazione di allestimenti accessibili, con particolare riguardo verso le disabilità sensoriali».
Tutto è passato per un confronto serrato con i curatori museali e gli operatori che gestiscono i luoghi della cultura, le amministrazioni locali o gli enti di competenza che conoscono tutte le difficoltà nella realizzazione degli spazi accessibili, gli operatori turistici che desiderano proporre vacanze esperienziali per tutti, e le imprese tecnologiche che si candidano a fornire nuove soluzioni. «Nella nostra prospettiva di progettazione universale – spiega Andrea Ferrero, tecnologo del CRS4 e non vedente – è necessario confrontarsi con chi opera per l’integrazione sociale e culturale delle altre disabilità, comprese quelle non sensoriali, ma anche anziani, bambini e donne con un passeggino. Occorre coinvolgere la pubblica amministrazione, soprattutto i Comuni che coordinano le iniziative sul territorio, però la progettazione universale implica pure il superamento delle barriere culturali. In estrema sintesi, tutti devono poter vedere da un altro punto di vista. L’accessibilità in fondo è soprattutto un problema culturale».
Le installazioni nate dal progetto attualmente sono tre e si trovano al Museo archeologico di Villanovaforru, al Museo archeologico di Cagliari e alla Pinacoteca nazionale di Cagliari. Nei due musei ci sono i plastici interattivi: quello di Villanovaforru rappresenta l’area archeologica di Genna Maria, mentre quello di Cagliari propone l’area archeologica di Santa Vittoria di Serri. In entrambi i siti è possibile toccare il plastico che, grazie ad una serie di sensori, interagisce con il visitatore indicando l’area interessata e rispondendo ad eventuali domande sulla zona archeologica. Alla Pinacoteca di Cagliari, presso la Cittadella dei musei, c’è Aptica: un dispositivo interattivo che permette di interagire per voce e tatto con le copie 2D e 3D di alcuni retabli custoditi nella Pinacoteca. Posizionando le diverse tavole tattili all’interno di Aptica è possibile esplorarle visivamente e in modalità tattile: il sistema è in grado di dire cosa si sta toccando e prevede una sintesi vocale che interagisce con l’utente (sia esso vedente o disabile visivo) oltre a un display che rende visibile la descrizione tramite testo, utile per gli utenti sordi.