È partito nelle scorse settimane il progetto di inclusione culturale dei soggetti di disabilità ideato dalla Struttura Comunicazione e Informazione Istituzionale della ASL Taranto e sottoscritto dalla azienda sanitaria con il Museo Archeologico Nazionale di Taranto-MArTA.
All’inizio dell’anno, infatti, è stato avviato un protocollo di intesa per la realizzazione di azioni comuni per l’accessibilità e l’inclusione culturale, progetti sul rapporto tra arte e salute e per lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti.
Il progetto, però, aveva subito uno stop a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19: il lockdown, la chiusura del MArTA per tre mesi e poi la necessità di definire percorsi che garantissero la massima sicurezza agli utenti hanno fatto sì che solo dopo l’estate si potessero avviare le prime iniziative. Ma la scorsa settimana i primi utenti hanno varcato la soglia del MArTA, riorganizzato nel rispetto delle linee guida per evitare il contagio, e hanno potuto partecipare alla prima esperienza interamente dedicata a loro.
Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale, gli ospiti del Centro Diurno Epasss di Grottaglie sono stati accolti dai funzionari della struttura museale che hanno presentato loro il MArTA e le sue attività e poi li hanno guidati in uno speciale percorso di visita nelle splendide sale del museo. Accompagnati dalle operatrici e stimolati dagli archeologi e dagli specialisti del MArTA, gli utenti hanno visitato il Museo e, grazie a una speciale caccia al tesoro pensata apposta per loro, potuto scoprire alcuni interessanti reperti e usanze dei tarantini delle epoche passate.
L’iniziativa proseguirà nei prossimi mesi con altri gruppi di pazienti, ospiti di strutture, anziani e disabili, che rappresentano una fascia di cittadini con livelli di partecipazione e pratica minore. Tutto ciò perché l’accesso, l’accoglienza alle persone con disabilità psichiche, fisiche e neurologiche nei musei produce significati, comprensioni, ricordi, attraverso processi comunicativi diversi, se non nuovi, rispetto alle strategie terapeutiche quotidiane.
Diversi studi hanno dimostrato che le visite ai musei migliorano e allungano la vita delle persone e questo vale anche per i soggetti in condizione di fragilità. Il museo e l’arte possono così diventare catalizzatori di un processo migliorativo, accompagnando positivamente i percorsi di cura.
Questo di Taranto è un progetto pilota ed è stato ispirato da progetti di successo già attivi negli USA e in Canada. In una società caratterizzata da una popolazione sempre più anziana, con più persone affette da malattie croniche ma anche da forme di disagio psichico, dipendenze patologiche o forme di autismo, la Asl ritiene necessario fornire delle risposte nuove che affianchino le cure e le terapie e che possano migliorare la vita da vivere. Questo vuole essere un percorso virtuoso che, grazie ai benefici ottenuti per mezzo dell’arte e della bellezza, porti un miglioramento delle condizioni generali, come se il museo finisse per diventare una sorta di reparto di eccellenza dell’ospedale.
“Il progetto tra il MArTA e ASL Taranto – dichiara la Direttrice del MArTA Eva Degl’Innocenti – permette di fortificare ancora maggiormente il valore del patrimonio culturale come cura. Si può finalmente lavorare operativamente sullo sviluppo sostenibile grazie al rapporto tra Arte e Salute”.
Il protocollo di intesa tra ASL Taranto e MArTA
L’accordo ha una durata triennale e si pone l’obiettivo di sviluppare attività, iniziative e programmi volti a promuovere e favorire l’accesso delle persone con diversabilità alla cultura e garantirne la piena partecipazione.
L’accordo ha inoltre lo scopo di sviluppare numerosi progetti di ricerca congiunti. I primi beneficiari di questo progetto saranno gli utenti dei centri diurni, delle strutture residenziali e delle RSSA convenzionati con la ASL Taranto. Al momento sono già state evidenziate delle macro-aree in modo da organizzare delle esperienze adatte: sordi, ipovedenti/non vedenti, pazienti affetti da demenza senile/morbo di Alzheimer, persone affette da autismo o disabilità mentali e persone con dipendenze patologiche. L’obiettivo è quello di estendere il progetto anche ad altri utenti in carico presso altre strutture della ASL e che potrebbero giovare del coinvolgimento in queste attività.
Saranno individuati percorsi tematici dedicati tenendo conto delle specifiche esigenze e delle caratteristiche degli utenti (come ad esempio, con la presenza di un interprete della lingua dei segni per i sordi oppure dei materiali in braille per gli ipovedenti, ecc.) al fine di offrire esperienze di visita al Museo in condizioni di comprensibilità, autonomia, comfort e sicurezza affinché gli utenti possano sviluppare e realizzare il proprio potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio vantaggio, ma anche per l’arricchimento della collettività.
La creazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare consentirà inoltre di analizzare gli effetti positivi della visita e dei laboratori svolti al Museo sulla salute e sul benessere psico-fisico dei fruitori.
L’accordo ha anche l’obiettivo di individuare altri percorsi di integrazione, coinvolgendo altre associazioni e enti del terzo settore, ma anche istituti formativi e scuole, al fine di creare un circolo virtuoso di collaborazioni e partecipazione.
Un ulteriore e possibile sviluppo sarà inoltre quello di realizzare progetti congiunti per lo studio di reperti del MArTA, che mettano in campo le rispettive competenze dei due Enti.
È un progetto che si pone l’obiettivo di garantire e sostenere con costi ridotti e in parte già coperti, politiche di invecchiamento attivo, recupero sociale e sanitario che, in molti casi clinici, rappresentano l’anticamera del buco cognitivo. L’arte, il museo, possono migliorare e cambiare, attraverso spazi inclusivi, le esperienze di vita di persone sofferenti, colpite da malattie diverse, nel recupero o mantenimento delle capacità cognitive e delle funzioni neuro-motorie.
Oltre all’organizzazione di esperienze dedicate nel museo, il protocollo prevede anche l’organizzazione di attività presso le strutture della ASL a beneficio dei pazienti ricoverati, ma anche una importante collaborazione che vedrà l’utilizzo di professionalità, strumentazioni e laboratori della ASL Taranto per effettuare nuovi esami scientifici sui reperti del MArTA.