Planet Word, un museo per tutte le lingue del mondo

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Con la primavera del 2020 arriverà a Washington, negli Stati Uniti, un nuovo museo dedicato non a una sola in particolare, ma a tutte le lingue del mondoPlanet WordPianeta Parola, è il nome del museo che si insedierà nel palazzo della Franklin School e che sarà dedicato alla ricchezza delle lingue del mondo, ma anche al divertimento, alla forza e alla bellezza delle parole. E sulla diversità, includendo anche le varie lingue dei segni.

Oltre le anticipazioni disponibili sul sito del museo, come The spoken world, un mappamondo alto quasi quattro metri, realizzato con luci a led, che inonderà la sala con le voci di una conversazione multilingue, sulle pagine social (già molto attive) vengono pubblicati video, interviste, foto, per accompagnare i futuri visitatori fino all’apertura. Per esempio ci si può intrattenere con una serie di video sugli scioglilingua dei vari Paesi.

Intervista al professor Michele Cortelazzo, riprese e montaggio di Anna Bellettato

Attualmente nel mondo esistono una sessantina di musei dedicati alle lingue. La maggior parte di questi è dedicata a una lingua in particolare, o al massimo a una famiglia linguistica. “Prima di questo costituendo di Washington, il più famoso era quello di San Paolo, in Brasile, che, è andato distrutto da un incendio ed ora è in ricostruzione”, racconta il professor Michele Cortelazzo, presidente dell’Associazione per la storia della lingua italiana. Anche in Italia ci sono dei musei, ma sono tutti dedicati a lingue minoritarie. In Italia, spiega il professore, “c’è stata più attenzione per le lingue locali, quelle più a rischio di sopravvivenza, che non per la lingua italiana”.

La lingua è una parte di noi a cui molti parlanti, se non tutti, tengono molto.Michele Cortelazzo

Che spazi saranno dedicati alla lingua italiana al museo oltreoceano è difficile da sapere, ma intanto, in patria, sono iniziati i lavori per l’ideazione e creazione per un museo nazionale della lingua italiana. Per il momento è impossibile parlare di date, di location, di percorsi espositivi, la questione è ancora tutta da delineare. Al gruppo di lavoro hanno preso parte il linguista Luca Serianni, che ne è anche il coordinatore, Giuseppe Antonelli, e poi alcuni rappresentanti di istituzioni come l’Accademia della Crusca, dei Lincei, la Società Dante Alighieri, l’Associazione per la storia della lingua italiana e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani. Spiega il professor Cortelazzo: “Al momento è troppo presto, ma il libro di Giuseppe Antonelli (Il museo della lingua italiana, Mondadori 2018) aveva un’idea, che era quella di trovare dei corrispettivi materiali ai momenti fondamentali della storia della lingua”. Se questa soluzione sarà scelta come filo conduttore per il percorso espositivo, non ci è dato sapere, ma di certo sarà presa in considerazione, dato che, come ha spiegato il professor Cortelazzo, è stato proprio questo libro a riportare l’attenzione sulla volontà di creare un museo nazionale della lingua italiana.

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