In corso di svolgimento alla Mole Antonelliana di Torino, la mostra “#FacceEmozioni. 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji” è un percorso emozionale tra maschere e sistemi di riconoscimento facciale, per confermare ancora una volta come il volto sia il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano. Ed è un piacere segnalare che questa stimolante esperienza culturale è accessibile a tutti, grazie all’impegno del Museo Nazionale della Cinema e alla collaborazione con Associazioni come l’ENS, l’APIC e Torino + Cultura Accessibile
Sarebbe stato un vero peccato se una mostra interessante come #FacceEmozioni. 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji, inaugurata nel luglio scorso alla Mole Antonelliana di Torino e aperta fino al 6 gennaio del nuovo anno non fosse stata accessibile. E invece, grazie a una vocazione ormai consolidata da parte del Museo Nazionale del Cinema di Torino, oltreché a un progetto curato da Paola Traversi e Rocco Rolli, in collaborazione con l’ENS (Ente Nazionale Sordi), l’APIC (Associazione Portatori Impianti Cocleari) e Torino + Cultura Accessibile, tutti – persone con e senza disabilità – hanno la possibilità di fruire di questa stimolante esperienza culturale.
Ma di che cosa si tratta esattamente? Curata da Donata Pesenti Campagnoni e Simone Arcagni, #FacceEmozioni 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji è una grande esposizione che, partendo dalla prestigiosa collezione del Museo Nazionale del Cinema, racconta gli ultimi cinque secoli di storia di quella pseudoscienza che è appunto la fisognomica, un percorso emozionale tra maschere e sistemi di riconoscimento facciale, per confermare ancora una volta come il volto sia il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano.
«Con questa mostra – spiegano i curatori – abbiamo provato a tessere le fila di un discorso antico, le cui origini risalgono addirittura ad Aristotele, per arrivare ai nostri giorni, cercando nei tratti del volto – ma anche nella sintesi grafica delle faccine “emoji” – i riscontri dei caratteri e delle emozioni delle persone: una sorta di “catalogo” capace di catturare gli occhi e di sedurre la mente dei visitatori, chiamati a specchiarsi e a riconoscere il loro volto in una folla di visi tratteggiati, caricaturizzati, deformati, sublimati a partire da Leonardo da Vinci fino a un futuro che è già cominciato».
«Faccine o emoji – aggiungono – che comunicano l’emozione del momento, software in grado di riconoscere un volto, di ricostruirne o manipolarne i tratti somatici: sono esperienze che caratterizzano la società tecnologica contemporanea, ma che hanno radici profonde nel passato. Da sempre, infatti, il volto è lo “specchio dell’anima” e viene esplorato come il luogo privilegiato su cui si disegnano i caratteri e le emozioni dell’uomo. Ed è quello che ha fatto la fisiognomica, una pseudoscienza che sin dall’antichità ha intrecciato i suoi percorsi con àmbiti molto differenti tra loro».
Tornando al progetto in favore dell’accessibilità, esso si compone, innanzitutto, di schede in consultazione volte a favorire la visita alla mostra, vale a dire testi della stessa ad alta leggibilità in italiano, inglese, francese e anche un testo in Braille con mappa tattile della rampa.
Lungo la rampa della Mole Antonelliana, inoltre, per la prima volta i QR code/NFC posti sui pannelli attivano audio-video con interprete LIS (Lingua dei Segni Italiana) e sottotitoli in italiano.
Ben nove postazioni, infine, offrono ai visitatori un percorso con testo facilitato, oltre ad audio e immagini visivo-tattili di una selezione di opere in mostra. Le etichette in Braille sul corrimano, infine, indicano i titoli delle sezioni di mostra ai visitatori con disabilità visiva. (S.B.)
Ringraziamo Daniela Trunfio per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@museocinema.it.
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