Il Chiostro di San Domenico, per l’edizione 2019 di Monumenti Aperti prevista a Cagliari sabato 11 e domenica 12, parlerà nuovi linguaggi per promuovere una cultura aperta a tutti. Il tutto grazie al lavoro svolto dagli studenti e dalle studentesse dell’Istituto “S. Caterina”, Scuola secondaria “A. Cima” con la complicità di studi professionali e associazioni di volontariato
Il tema di quest’anno di Monumenti Aperti, “Radici al futuro”, vede nei giovani i testimonial di quella promozione culturale tesa “a valorizzare l’intero patrimonio culturale tangibile, intangibile e digitale, accessibile e inclusivo”. La cultura per tutti: le insegnanti con gli alunni e le alunne dell’Istituto “S. Caterina”, Scuola secondaria “A. Cima”, hanno voluto sposare in pieno l’intento di rendere la cultura accessibile anche a pubblici differenti e soprattutto di renderla inclusiva, aspetto tanto caro alla scuola multietnica di piazza Giovanni XXIII. L’hanno fatto proponendo linguaggi nuovi per raccontare il Chiostro di San Domenico, ormai diventato un classico della manifestazione, che in questo modo si fa riscoprire sotto una nuova luce e che, per alcuni, si racconta per la prima volta
Grazie alla complicità dello studio MIRION.NET e dell’architetto Marcello Pilia, esperto di tecnologia e modellazione tridimensionale, gli studenti e le studentesse hanno progettato e realizzato quattro postazioni che, utilizzando le tecnologie a loro familiari, possano essere di supporto alle visite guidate ed essere degli strumenti di comunicazione efficaci per tutti i visitatori, cittadini e turisti. Nella cappella a sinistra, appena varcato l’ingresso nella via XXIV Maggio, un tempo sede del Tribunale dell’Inquisizione, è collocata l’installazione dedicata al Retablo di Juan Figuera, artista catalano attivo a Cagliari alla fine del 1400. Il retablo dedicato ai SS. Pietro Martire e Marco evangelista fu venduto intorno alla metà del 1800 e per quasi 2 secoli ha viaggiato tra Europa e Stati Uniti, da una collezione privata all’altra. Se ne sono perse le tracce per lungo tempo fino a quando qualche anno fa lo studioso d’arte cagliaritano Enrico Pusceddu, l’ha ritrovato: attualmente il retablo si trova a Madrid, restaurato e messo in vendita da una grande Galleria d’Arte. Non essendo possibile al momento acquistare la pregevole e stimata pala lignea, gli studenti e le studentesse del Cima hanno deciso di riportare “virtualmente” il retablo all’interno della sua cappella, per poter restituire alla città la gioia e la possibilità di poter fruire di un’opera artistica di grande valore che appartiene alla nostra storia.
Suscita sempre grande curiosità nei visitatori del Chiostro il capitello del Basilisco, il “re dei serpenti” rappresentante il male, una delle decorazioni ancora ben conservate a motivi floreali e animali presenti nel corridoio di arcate in stile gotico-catalano. Gli studenti hanno scelto questa figura mitologica per la creazione di un modellino tattile. Il modello in scala, realizzato con l’uso della fotogrammetria e della stampa 3D sotto la guida dell’architetto Marcello Pilia, è lo strumento di supporto per comunicare in maniera più efficace a un pubblico con limitate capacità visive, affiancando alla narrazione delle giovani guide la possibilità di toccare e percepire le forme di queste affascinanti decorazioni medievali
Sempre sul tema dell’inclusione e dell’apertura, si è orientato il lavoro degli studenti e delle studentesse per avvicinare le loro famiglie, straniere di origine ma cagliaritane di adozione, alla storia del Chiostro di San Domenico. Sono state create delle piccole audio-guide accessibili da smartphone attraverso un qrcode nelle loro lingue d’origine: tagalog, ucraino, cinese. I nostri giovani studenti diventano così non solo testimonial della nostra cultura ma anche ponte di collegamento tra culture diverse e invitano in questo modo i “nuovi cittadini” a far loro la storia e la cultura della città.
Con la stessa modalità di fruizione tecnologica, la collaborazione con l’Associazione Pixel Multimedia di Cagliari, associazione di promozione sociale che si offre servizi culturali e sociali anche specifici per le disabilità, ha aperto la possibilità di conoscere questo monumento anche alle persone con limitate capacità uditive grazie a Rosa Pes che darà “voce” al monumento attraverso una guida in lingua LIS (Lingua Italiana dei Segni). Infine, la terribile cicatrice dei bombardamenti del ’43 che ha segnato non solo il Chiostro di San Domenico ma tanti altri siti cittadini, viene narrata ai visitatori attraverso uno storytelling immersivo ed emotivamente coinvolgente realizzato attraverso la narrazione e con l’ausilio di immagini e audio, gentilmente concesso per l’occasione dall’Associazione Cada Die Teatro. Ancora una volta l’Istituto “S.Caterina”, Scuola Secondaria “A. Cima” conferma la sua vocazione di scuola multietnica capace di fare di questa caratteristica, attraverso la promozione culturale e la didattica, una grande risorsa nel creare integrazione e inclusione dei nuovi cittadini, e capace di far dialogare in armonia cultura e tecnologia.
Radici al futuro