Hanno seguito un corso dell’Ens Modena per imparare la lingua dei segni «È stata un’esperienza importante». «Così è stato abbattuto un muro»
di Martina Stocco
MODENA. «Benvenuti a Decathlon Modena, vi aspettiamo». La frase è pronunciata da alcuni dipendenti del negozio di articoli sportivi di viale Ovidio. Vi starete chiedendo, cosa c’è di speciale in questo messaggio? Beh, innanzitutto che è rivolto a chiunque, ma in particolare alle persone che presentano deficit uditivo. Non a caso, lo staff del Decathlon lo pronuncia, in un video pubblicato su Facebook, con la voce, certo. Ma, anche coi segni, proprio quelli della Lingua Italiana dei Segni (Lis).
La collaborazione tra le due diverse realtà cittadine, il negozio di articoli per lo sport e l’Ens (Ente nazionale sordi) della sezione provinciale di Modena, è iniziata qualche mese fa, precisamente a maggio. L’intento? Fare in modo che i commessi potessero far fronte alle esigenze dei clienti, primi fra tutti i sordi. Ecco perché a ventitré giovani dipendenti del punto vendita è stata data la possibilità di entrare in contatto con questo mondo.
«Eh sì, è proprio un mondo nuovo, quello della lingua italiana dei segni – ha raccontato Irene, una delle ragazze che ha partecipato al corso – è stata davvero una bella esperienza. Tanto che, pur essendosi concluso il periodo di formazione, alcuni di noi continuano a frequentare la sede dell’Ens e le motivazioni sono molteplici. Primo perché si sono create delle amicizie e, secondo, perché è importante tenere allenata questa lingua. Esattamente come ogni altra lingua, come il tedesco, per esempio».
La richiesta è partita dal negozio. «Quando abbiamo saputo che c’erano persone interessate ad imparare la nostra lingua, da parte di una realtà come Decathlon – ha spiegato Christian Marini, presidente di Ens Modena – ne siamo stati felicissimi. Abbiamo già collaborato con enti privati e pubblici. Tuttavia, è molto importante che vengano svolte queste attività perché si sensibilizzano le persone, mettendo in comunicazione coloro che hanno deficit uditivi col resto della società. Oltretutto Decathlon è un luogo molto frequentato dai sordi, quindi è stato un bene poter far capire, ai ragazzi in divisa, le nostre esigenze».
Quali sono?
«Quando si comunica con una persona sorda l’importante è parlare lentamente – ha chiarito Marini – e in direzione dell’interlocutore, così da permettere di leggere il movimento delle labbra. Con le trenta ore in cui si è svolto il corso non era possibile imparare tutto ciò che sarebbe necessario per avere piena conoscenza della Lis: sono state apprese le basi».
Cosa sarebbe successo altrimenti?
«Il rischio era che si creasse un muro – ha sottolineato Irene – invece così, l’abbiamo abbattuto e abbiamo fatto un passo in avanti nella comunicazione. L’idea è nata da un workshop tra collaboratori. Dopo aver proposto al responsabile di negozio quest’idea, siamo stati accontentati».
Il corso di trenta ore rivolto agli operatori Decathlon si è concluso da poco. Attraverso questa formazione, tenuta dal docente Lis Marian Manea, gli allievi “in tenuta sportiva” hanno ottenuto l’attestato di sensibilizzazione per la Lis, riconosciuto a livello nazionale. Ci sono altre possibilità all’Ens, come per esempio, seguire il corso di assistente alla comunicazione in campo scolastico o quello per diventare interprete.
Ma, come ribadito anche dal presidente «sarebbe già un successo poter far conoscere questa lingua in altri ambienti di lavoro».
Ora, nelle divise dei dipendenti Decathlon che hanno svolto il corso, è stata aggiunta una frase significativa: “I love Lis”.
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