L’ambiente sensibile del collettivo artistico, intitolato “In Principio (e poi)”, progettato per il Padiglione vaticano dell’Expo, da oggi fa parte della collezione permanente della prestigiosa sede. L’installazione interattiva affida il racconto ai carcerati e ai sordomuti.
LO STUDIO AZZURRO AI MUSEI VATICANI Dal 28 settembre 2016 l’ambiente sensibile IN PRINCIPIO (E POI) dello Studio Azzurro entrerà a far parte della collezione permanente dei Musei Vaticani. Una sala rinascimentale della sezione di Arte contemporanea è stata appositamente preparata per la sua messa in scena, dai pannelli iconografici dedicati a Robert Fludd alle lastre in polvere di pietra da cui emergono i Portatori di Storie.
Scrivono gli artisti dello Studio Azzurro: «Per i prossimi cento anni i visitatori della più straordinaria collezione d’arte potranno interagire con i sordi e i carcerati a cui nel 2013 chiedemmo di raccontarci piccole storie della Creazione e di elencarci le loro genealogie. L’opera è stata realizzata nel 2013, in occasione del primo Padiglione della Santa Sede alla 55. Biennale Internazionale d’arte di Venezia, dedicato ai primi 11 capitoli del Libro della Genesi».
Il Padiglione si componeva di tre grandi sezioni tematiche, concepite a partire dalle riflessioni del Cardinale Ravasi: la Creazione, affidata a Studio Azzurro, la De-Creazione, affidata al fotografo ceco Josef Koudelka, e la Ri-Creazione, interpretata da Lawrence Carroll.
Oggi, ai Musei Vaticani, alla presenza del Cardinale Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il Direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci e la Curatrice della Collezione di Arte Contemporanea Micol Forti hanno presentato la nuova Sala Studio Azzurro.
Ma che cosa rappresenta l’opera installazione dello Studio Azzurro? E quale connessione rivela con il tema della Creazione?
Diamo la parola agli artisti (www.studioazzurro.org): «L’opera realizzata per il Padiglione Vaticano affronta il tema della Creazione e si offre al visitatore come la scatola di un cosmo appena dischiuso.Si tratta di un “ambiente sensibile” progettato appositamente per l’esposizione veneziana. Un’installazione interattiva, composta da lastre di pietra (tre verticali e una orizzontale), di fronte alle quali lo spettatore è chiamato a interpellare con la mano i personaggi che le popolano in forma di proiezioni. Il racconto di ognuno, in parole o in figure, viene da persone che vivono quotidianamente una costrizione dell’esperienza dello spazio e del tempo (carcerati) o una forte limitazione del linguaggio verbale (sordomuti). I primi tentano un ricongiungimento ideale al mito delle origini, ripercorrendo la propria genealogia, mentre i secondi plasmano lo spazio davanti a sé con le scie dei gesti che descrivono elementi del mondo animale e vegetale. La lastra orizzontale al centro, inizialmente simile a una lavagna senza memoria, si fa deposito delle relazioni, raccogliendo i gesti rilasciati dalle interazioni come organismi di luce, impalpabili ingranaggi che rigenerano costantemente un cosmo da decifrare. Lo spettatore, sollecitato a entrare in contatto con i personaggi per attivare la loro storia, per risonanza, attiva anche la propria, superando la dimensione formale per immergersi nel concetto di origine, rivitalizzandolo attraverso l’esperienza della relazione, e contribuendo così a generare un’opera di esperienza, appunto, e non di rappresentazione».