VR e lingua dei segni? Un binomio possibile e una luce in un mondo spesso troppo tossico

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La tecnologia può unire ed aiutare le persone e lo dimostra il documentarista e YouTuber “Syrmor” che, attraverso una serie di video, ha intervistato diverse persone che utilizzano la realtà virtuale per parlare con i linguaggio dei segni.

Per il momento questa tecnologia non consente di riprodurre perfettamente consonanti come ad esempio W e V o comunque determinati gesti, tuttavia, come dichiara un intervistato, “La realtà virtuale non è assolutamente il metodo migliore per imparare la lingua dei segni, ma è un modo per allargare gli orizzonti delle persone. Ad esempio siamo riusciti a far iscrivere tre persone in un college per iniziare a studiare come utilizzare il linguaggio dei segni“.

La comunità si è organizzata in modo più formale con Helping Hands, e con l’obiettivo di “abbattere le barriere che dividono le persone sorde dal resto del mondo”. Organizzano eventi settimanali e sessioni di insegnamento su server utilizzando un programma chiamato VRChat. Senza dubbio questo è uno di quei momenti in cui la tecnologia abbatte le barriere. C’è ancora molto su cui lavorare per rendere più accessibile e facile la traduzione dei segni, in modo che tutti possano comunicare al meglio a seconda dei loro strumenti.

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