La ripresa dello sport in tutto il mondo ha incoraggiato il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) affinché i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 riorganizzati possano andare avanti il prossimo anno, secondo Craig Spence, chief marketing and communication officer dell’IPC.
Parlando a LockerRoom, il sito web con sede in Nuova Zelanda Newsroom, Spence ha evidenziato gli eventi che ricominciano in Australia e Nuova Zelanda e il completamento della UEFA Champions League in Portogallo, come motivi di ottimismo per gli organizzatori di Tokyo 2020.
Il Comitato Olimpico Internazionale e i funzionari giapponesi hanno intensificato la loro positiva offensiva di Public Relations negli ultimi mesi, affermando con fiducia che i Giochi si svolgeranno nel 2021. Il presidente dell’IPC Andrew Parsons ha anche pubblicamente affermato di sperare che le Paralimpiadi, che si terranno dal 24 agosto al 5 settembre, saranno organizzate come previsto. E’ stato anche insistito sul fatto che un vaccino per COVID-19 non è essenziale per il proseguimento dei Giochi.
“Sono molto incoraggiato da ciò che sta accadendo in tutto il mondo”, ha detto Spence.
“In Nuova Zelanda e Australia, lo sport sta tornando di nuovo. E in Europa, la Champions League ha raggiunto il culmine con tutte le squadre che sono andate in Portogallo per giocare.
Ovviamente c’è una differenza tra un torneo di calcio a otto squadre e le Paralimpiadi in cui invitiamo 4.300 atleti a competere. Sappiamo di più sul coronavirus e su come possiamo proteggere le persone dal virus. Stiamo imparando da altri eventi sportivi, come gli US e gli Open di Francia. Crediamo che sarà un gioco molto speciale e molto emozionante”.
Spence ha aggiunto che ritiene che le Paralimpiadi “siano necessarie l’anno prossimo più che mai” e ha rivelato la sua preoccupazione per il fatto che i paesi che affrontano la crisi del coronavirus siano “tornati a scrivere” con il loro atteggiamento nei confronti della disabilità. “Durante questa crisi, alcuni paesi sono tornati a scrivere e hanno annullato parte del grande lavoro svolto negli ultimi anni”, ha detto. “Dal punto di vista della disabilità siamo stati davvero allarmati dal fatto che alcuni governi abbiano detto: ‘Se hai una disabilità sei in fondo alla coda per le cure mediche se dovessi prendere il coronavirus’.
Dobbiamo continuare il grande lavoro che abbiamo svolto da quando ci siamo formati”.