Trump e USA, complicazioni per l’integrazione studenti con disabilità

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Elezioni, seggi, maggioranze e dibattiti.

Questi i lemmi più ricercati su internet dagli americani negli ultimi mesi durante la combutta elettorale che ha visto protagonisti Trump e Clinton. Gli effetti della vittoria – schiacciante in determinati Stati – si intravedono già ad alcune settimane dall’insediamento nel tanto desiderato Studio Ovale. Spesso si parla di una variazione di norme, di mero approccio o applicazione delle stesse. La scuola statunitense costituisce un organismo vivente in continuo sviluppo e promiscua fluttuazione: l’alto livello di privatizzazione di fatto determina l’allestimento di obiettivi sì collettivi, ma raggiunti con metodologie differenti dai singoli istituti sulla base del ranking nazionale e dei finanziamenti via fondi pubblici o sponsor.

L’aumento della percentuale di popolazione studentesca affetta da disabilità ha portato gli organismi di controllo a sospendere momentaneamente tutti gli accertamenti e le concessioni di idoneità e gli accertamenti sulla discriminazione impossibilitando gli studenti interessati a prendere parte alle lezioni per quasi un mese; successivamente allo sdegno delle famiglie ed alle proteste sul web, l’iter sembra essere ripartito senza particolari criticità ma con alcune variazioni. Le indagini aperte dagli organi di controllo non concernono solo il mero riconoscimento delle disabilità dichiarate, ma si occupano di combattere le discriminazioni a scuola, di ogni tipo.

La discriminazione come questione politica

Dopo un mese di sospensione, il governo degli Stati Uniti ha ripreso le indagini sulle denunce di discriminazione contro studenti con disabilità nelle scuole. Tuttavia, molte altre segnalazioni restano bloccate, sollevando preoccupazioni tra gli attivisti per i diritti civili. Con l’inizio del secondo mandato di Donald Trump, l’ufficio federale incaricato di vigilare sui diritti civili nelle scuole ha improvvisamente interrotto le proprie attività. Le inchieste in corso, alcune già vicine alla mediazione con i distretti scolastici, sono state sospese senza spiegazioni, creando incertezza tra genitori e avvocati impegnati nella tutela degli studenti. Denise Marshall, direttrice del Council of Parent Attorneys and Advocates, ha riferito di aver ricevuto numerose segnalazioni di preoccupazione da parte delle famiglie, poiché i funzionari dell’Office for Civil Rights del Dipartimento dell’Istruzione hanno smesso di comunicare con loro. Il 20 febbraio, l’amministrazione ha ufficialmente revocato il blocco, come confermato da un promemoria interno firmato da Craig Trainor, segretario assistente ad interim per i diritti civili.

Tuttavia, molti esperti segnalano che il lavoro dell’ufficio è ancora in fase di stallo. Al momento, le indagini riprese riguardano esclusivamente i casi di discriminazione basata sulla disabilità. Questa scelta, però, preoccupa gli attivisti, che temono un congelamento delle denunce più complesse, in cui la discriminazione coinvolge anche altri fattori come etnia e genere. “Non si può separare la disabilità dalla razza o dal genere,” ha dichiarato Marshall, sottolineando il rischio di un approccio parziale alle indagini.

Nuove rotte e priorità

È normale che, con l’insediamento di un nuovo presidente, il Dipartimento dell’Istruzione riveda temporaneamente le proprie politiche e sospenda alcune operazioni per adattarsi alle nuove priorità. Tuttavia, in passato, le indagini sulla discriminazione nei confronti degli studenti con disabilità – che rappresentano la maggior parte dei casi – non erano mai state bloccate così a lungo. Catherine Lhamon, ex responsabile dell’ufficio per i diritti civili durante l’amministrazione Biden, ha dichiarato che il personale è stato di fatto immobilizzato: “Ci siamo trovati con le mani legate, senza poter comunicare con genitori e dirigenti scolastici”. Questa situazione lascia aperti interrogativi sul futuro delle politiche di tutela degli studenti nelle scuole americane. Negli ultimi anni, il numero di denunce per discriminazione nelle scuole ha continuato a crescere. Nel 2024, il Dipartimento dell’Istruzione ha registrato il numero più alto della sua storia. Tuttavia, la maggior parte dei casi riguarda le persone con disabilità, che rappresentano tra il 50% e il 60% del carico di lavoro dell’Office for Civil Rights, ha spiegato Catherine Lhamon, ex responsabile dell’ufficio durante l’amministrazione Biden.

Durante il suo mandato, l’ufficio ha affrontato numerosi casi, tra cui quello di un genitore non vedente che aveva chiesto al distretto scolastico di spostare la fermata dell’autobus per poter prendere in sicurezza i propri figli. In un altro caso, una scuola aveva imposto restrizioni illegittime su dove un bambino dell’asilo potesse portare la sua sedia a rotelle. Un ulteriore distretto scolastico era finito sotto indagine per aver fissato arbitrariamente un limite al numero di studenti con disabilità che poteva accettare ogni anno. La legge federale garantisce agli studenti con disabilità il diritto a un’istruzione pubblica “gratuita e adeguata”. Le scuole sono obbligate a soddisfare le loro esigenze affinché possano apprendere alle stesse condizioni dei loro coetanei. In Italia sono in aumento gli studenti con disabilità, anche a seguito della maggiore sensibilità raggiunta sul tema: gli alunni sono oltre 350.000, seguiti da 200.000 docenti di sostegno, di cui oltre un terzo non sono specializzati. Ciò limita non solo il reale supporto di tale popolazione scolastica che richiede attenzione e cura, ma soprattutto crea delle criticità per l’integrazione della stessa.

Redazione Tecnica della scuola
di Andrea Maggi

 

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