Alla Camera è stato approvato un apposito emendamento grazie a un’alleanza trasversale fra centrosinistra e centrodestra: il Senato farà lo stesso a breve
Giovedì la Camera dei deputati spagnola ha approvato con 312 voti favorevoli e 32 contrari un emendamento che sostituisce l’articolo 49 della Costituzione, quello che parlà di disabilità, fra le altre cose cambiando il termine con cui sono indicate le persone con disabilità: è stato rimosso il termine disminuidos, che si può tradurre con “minorati”, con personas con discapacidad, “persone con disabilità”.
L’emendamento è stato approvato da quasi tutti i partiti in parlamento: è uno dei rari casi in cui il Partito Socialista (PSOE) del primo ministro Pedro Sánchez, e il principale partito di opposizione, il Partito Popolare (PP), di centrodestra, si sono accordati per collaborare nonostante la loro storica rivalità. Solo l’estrema destra di Vox si è opposta.
Il voto della Camera dovrà essere confermato anche al Senato affinché l’emendamento entri in vigore, ma visto l’ampio consenso attorno alla modifica la sua approvazione è considerata una formalità. L’accordo fra il PSOE e il PP era stato già annunciato a dicembre: era essenziale per garantire all’emendamento i tre quinti dei voti favorevoli (210 su 350 alla Camera) per cambiare la Costituzione.
La modifica dell’articolo 49 della Costituzione, entrata in vigore nel 1978 alla fine della dittatura di Francisco Franco, era stata chiesta a lungo dalle associazioni per i diritti delle persone con disabilità. Il termine disminuidos identifica le persone con la loro disabilità, vista come una mancanza rispetto alle capacità “standard” delle persone, ed è generalmente considerato sminuente dalle persone con disabilità.
In realtà non verrà sostituito solo quel termine, ma l’intero articolo 49, che oggi impegna lo stato a «una politica di previdenza, trattamento, riabilitazione e integrazione delle persone fisicamente, sensorialmente e mentalmente diminuite». La nuova versione si compone di due parti. La prima prevede che la legge stabilisca le «protezioni speciali» necessarie affinché le persone con disabilità possano esercitare i propri diritti con «libertà e uguaglianza reali ed efficaci». La seconda obbliga le autorità pubbliche a garantire l’«autonomia personale e l’inclusione sociale» delle persone con disabilità, con attenzione particolare alle donne e ai minori.
Redazione Il Post