La ministra degli Affari sociali Pernille Rosenkrantz-Theil ha dichiarato a una cinquantina di vittime sopravvissute che si trovavano a Horsens, nell’ovest del Paese, che «lo Stato aveva il dovere di controllare e non ha fatto bene il suo lavoro». «A nome dello Stato danese, a nome del governo danese, mi scuso».
Tra il 1933 e il 1980, circa 15’000 bambini e adulti ipovedenti e ipoudenti, epilettici, muti, con disabilità fisiche e mentali furono collocati in questi centri per periodi di tempo variabili. Non si trattava di un’epoca di tutela dei diritti dei pazienti, ma soprattutto di protezione della società nei loro confronti, spiegano i ricercatori specializzati.
Tra il 1929 e il 1967, la legge imponeva ai pazienti psichiatrici di essere sterilizzati e fino al 1989 dovevano ottenere una dispensa speciale per sposarsi. Nel 2020, il precedente governo ha avviato un’inchiesta sull’assistenza alle persone internate, che ha rivelato gravi carenze e abusi nei centri, tra cui sterilizzazioni forzate, violenze e abusi sessuali e psicologici e gravi carenze nell’assistenza.
«Quello che vi è successo è ben lontano dalla Danimarca in cui crediamo. Non dimenticheremo mai quello che è successo. Non accadrà mai più», ha assicurato la ministra.
SDA