di Andrea Fornaia
Dalla prima scossa di terremoto che ha colpito Siria e Turchia, non si parla che di morti, dispersi e sopravvissuti; tra questi vi sono le persone con disabilità, a favore dei quali è stato richiesto un maggiore sostegno da parte dei due governi.
A farne richiesta è stato Yannis Vardakastanis, presidente dell’International Disability Alliance (IDA) e dello European Disability Forum (EDF) che lo scorso 21 febbraio ha dichiarato: “Mentre la catastrofe dei terremoti in Turchia e in Siria è ancora in corso, le organizzazioni di persone con disabilità e le loro famiglie chiedono al governo turco, al governo siriano, all’Unione europea, alle organizzazioni umanitarie, alle agenzie di donatori e ad altri Paesi sostenitori, di garantire la protezione e la sicurezza alle persone con disabilità.
Pertanto, tutte le organizzazioni dei due Stati colpiti hanno chiesto un maggior sostegno per le persone con disabilità, quella fascia di popolazione più a rischio di morte e più esposte ad essere vittime di abusi, violenze e discriminazioni tanto da non ricevere assistenza salvavita come l’assistenza sanitaria”. Cosi facendo i governi di Turchia e Siria hanno rispettato gli obblighi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e alle linee guida per l’inclusione delle persone con disabilità nell’azione umanitaria. L’articolo 11 della Convezione, infatti, stabilisce che “Gli Stati membri, in situazioni di rischio ed emergenze umanitarie devono adottare, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali”.
Un documento del Ministero dell’Interno elaborato dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa civile, intitolato “Il soccorso alle persone disabili: indicazioni per la gestione dell’emergenza” in tal senso ha sottolineato l’importanza di garantire un soccorso adeguato alle persone diversamente abili in base al tipo di disabilità. Nel testo sono contenute diverse tipologie di disabilità a favore delle quali vengono predisposti idonei strumenti necessari alla gestione dell’emergenza in particolare nel caso in cui la disabilità è di carattere motorio, sensoriale e cognitivo. Anche nelle linee guida per la pianificazione dell’emergenza adottate dalla Protezione civile italiana si evidenzia particolare attenzione alle persone con ridotta autonomia come anziani, disabili e bambini.
Ecco dunque un breve excursus normativo sulle misure da adottare per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio. Le donne e le ragazze con disabilità rappresentano la fascia di popolazione più a rischio di esposizione a violenze fisica, sessuale e di altro tipo. A descrivere la situazione è il presidente della Confederazione delle persone con disabilità in Turchia che ha denunciato anche l’assenza di accessibilità nel Paese anche per le persone abili, a maggior ragione per quelle in condizione di disabilità. Una situazione che si è aggravata a causa del terremoto.
È vera l’affermazione secondo la quale da un evento negativo può nascere qualcosa di positivo: se tutto finirà molto probabilmente si prenderà più sul serio il problema dell’accessibilità anche in Siria e Turchia, problema che sicuramente nella fase post terremoto interesserà un maggior numero di persone. Le conseguenze di un terremoto non sono solamente la morte, la povertà ma anche la disabilità.
Ma come si evince dall’articolo preso in esame lo stato turco non è pronto a sostenere la propria popolazione in particolar modo le persone con disabilità.