“Dokita”, al via la campagna “tutti uguali” per garantire cure ai bambini disabili in Africa

in Camerun oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni è affetto da almeno un tipo di disabilità

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Nel mondo più di 100 milioni di bambini sono disabili e rappresentano uno dei gruppi più emarginati ed esclusi di molte società.

Ogni giorno sono costretti a fare i conti con la discriminazione, con la mancanza di politiche e leggi adeguate, che nega loro il diritto all’assistenza sanitaria, all’istruzione e in alcuni casi perfino alla sopravvivenza. La disabilità li rende fragili e vulnerabili, esponendoli quattro volte in più, rispetto ai loro coetanei, al rischio di subire maltrattamenti fisici e psicologici.

In particolare, in Camerun, oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni è affetto da almeno un tipo di disabilità causata, per il 65% dei casi, da malattie infettive non ancora debellate come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo. Per garantire ai bambini disabili del Camerun cure mediche e fisioterapiche, istruzione, nutrizione, protezione ed inclusione sociale, Dokita lancia anche quest’anno la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Tutti Uguali”, che si può sostenere dal 5 al 18 marzo 2023 e dal 3 al 9 aprile 2023 con un sms o chiamata al numero solidale 45580.

Ma i bambini sono davvero tutti uguali? In realtà essere un bambino disabile in Camerun, e nella maggior parte dei paesi più poveri del mondo, significa non avere la possibilità di accedere ai servizi medici, non poter frequentare la scuola e non poter ricevere un’adeguata nutrizione. Sono bambini “invisibili”, condannati ad un futuro di emarginazione e abbandono, anche perché spesso sono proprio le famiglie ad allontanarli, sia per mancanza di risorse economiche, sia a causa di retaggi culturali.

Eppure nel sud del Camerun ci sono due posti speciali dove, con cura e dedizione, si lavora tutti i giorni affinché i bambini siano davvero “tutti uguali”, nonostante la disabilità e l’estrema povertà. Sono i Centri supportati da Dokita, che da oltre trentacinque anni è presente in Camerun per garantire l’inclusione ai bambini disabili, promuovendo la loro piena partecipazione alla vita socio-economica e culturale della comunità, tramite la riabilitazione e la prevenzione socio-sanitaria, l’educazione scolastica e la formazione professionale.

«La capacità di una società di includere i propri membri più vulnerabili, come le persone con disabilità, dà la misura del grado di maturazione e di sviluppo della società stessa. Questo è ancor più vero se riflettiamo sul fatto che la disabilità è innanzitutto un fenomeno relativo, non assoluto: una persona può essere considerata disabile o meno a seconda delle barriere, fisiche, culturali e mentali, che la società crea o abbatte al fine di rendere la propria comunità più inclusiva e accogliente. Con la campagna “Tutti Uguali”, Dokita oltre a sostenere concretamente dei progetti a favore dei bambini disabili in Camerun, intende anche invitare tutti i cittadini italiani ad una riflessione sui concetti dell’uguaglianza, della parità e dell’inclusione sociale che devono essere posti a fondamento del nostro vivere» dichiara Mario Grieco, Direttore di Dokita Onlus.

A Ebolowa c’è il Foyer Père Monti, realizzato nel 1984 per sostenere e assistere minori con disabilità nelle funzioni della voce, uditive, visive e motorie che, oltre ad essere dotato di un centro audiometrico e di una sala di riabilitazione fisioterapica, gestisce anche una scuola con personale specializzato nell’insegnamento a persone diversamente abili. A Yaoundè, c’è il Centro Promhandicam, che offre attività fisioterapiche e gestisce l’unica scuola per bambini ciechi in Camerun, ai quali viene insegnato il metodo Braille. Complessivamente queste strutture offrono assistenza a circa 4.000 minori con disabilità ogni anno.

“Tutti uguali”, la campagna di raccolta fondi per i bambini disabili del Camerun

La Campagna “Tutti Uguali” di Dokita ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile condizione dei bambini con disabilità che vivono nei Paesi in via di sviluppo, al fine di contrastare la disuguaglianza e contribuire così alla costruzione di un futuro in cui possano avere pari dignità e opportunità. In particolare, i fondi raccolti serviranno a dare continuità all’attività di riabilitazione, di accoglienza e di supporto scolastico e nutrizionale per i bambini disabili del Camerun, attraverso il potenziamento dei Centri supportati da Dokita. Dal 5 al 18 marzo e dal 3 al 9 aprile 2023 si può sostenere la Campagna “Tutti Uguali” con un sms o chiamata da fisso al numero solidale 45580. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e di 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT, Convergenze,

L’impegno di Dokita nel mondo

Dokita è un’organizzazione umanitaria italiana che opera nel campo della cooperazione internazionale allo sviluppo, nata negli anni ’70 da un gruppo di volontari al fine di sostenere le opere umanitarie dei missionari della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione nel mondo. Attualmente Dokita Onlus opera in 14 Paesi (Camerun, Congo R.D., Nigeria, Senegal, Bolivia, Brasile, Argentina, Honduras, Perù, India, Filippine, Albania, Croazia e Italia), prestando soccorso ogni anno a più di 20mila persone, di cui 7.000 con disabilità, alle quali assicura assistenza sanitaria, istruzione e cibo tramite le proprie strutture fisioterapiche, le scuole speciali e i centri di accoglienza.

Origine del nome “Dokita”

Il nome “Dokita” è un prestito linguistico al lessico della lingua bulu del Camerun della parola tedesca “Doktor” (il Camerun è stato colonia tedesca), che indica il medico, il dottore, ma anche l’uomo della medicina, il guaritore. Dokita è il nome che la popolazione locale diede a Fratel Clemente Maino, religioso e missionario della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (CFIC), che alla fine degli anni ’70 portò cure e assistenza medica ai malati di lebbra.

 

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