Le persone disabili sono meno soddisfatte delle loro condizioni di vita

A dirlo sono gli indicatori delle pari opportunità dell'Ufficio di statistica

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di Andrea Quadroni

BERNA – Nel 2020 le persone disabili hanno affermato di essere meno soddisfatte della loro vita attuale rispetto al resto della popolazione. Le differenze aumentano parallelamente al grado di disabilità. D’altra parte, hanno manifestato un interesse per la politica simile a quello del resto della popolazione e hanno partecipato attivamente alla vita sociale e politica. Questi risultati emergono dagli indicatori delle pari opportunità che l’Ufficio federale di statistica (UST) pubblica in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che ricorre il 3 dicembre.

«Nel 2020 – si legge nella nota dell’UST – su una scala da 0 a 10, la soddisfazione delle persone con disabilità ha ottenuto un risultato di 7,2 contro 8,2. Questo vale per quasi tutte le dimensioni del benessere considerate, in particolare per la salute (6,2 contro 8,7), la situazione finanziaria (6,5 contro 7,3) e le attività svolte nel tempo libero (7,2 contro 7,9). Si constatano differenze nella soddisfazione anche per quanto riguarda, in particolare, le relazioni personali (8,3 contro 8,7) o l’abitazione (8,1 contro 8,4)».

La soddisfazione diminuisce in modo inversamente proporzionale al grado di disabilità

Più il grado di disabilità aumenta, più la soddisfazione diminuisce. Ciò significa che la soddisfazione delle persone gravemente limitate è stata soltanto di 5,8 per quanto riguarda la loro vita attuale in generale, ed è scesa persino rispettivamente a 4,0 e 4,9 per quanto concerne la salute e la situazione finanziaria personale.

«La misurazione della soddisfazione è importante per l’uguaglianza – fa notare l’UST – Consente d’identificare i settori in cui le differenze oggettive tra le persone con disabilità e quelle senza costituiscono un problema e in cui è più auspicabile che avvengano miglioramenti. Inoltre, la soddisfazione nella vita in generale permette di comparare la qualità di vita delle persone ad esempio che conducono esistenze diverse, con o senza disabilità, di diverse generazioni o ancora in funzione del sesso».

Partecipazione attiva alla vita politica…

Le persone con disabilità hanno manifestato un interesse per la politica moderato, ma simile a quello misurato per il resto della popolazione (entrambi i gruppi hanno ottenuto un risultato di 5,7 su una scala da 0 a 10). Tra le persone con diritto di voto, quelle con disabilità affermano di partecipare a 7 votazioni su 10 (risultato di 7,0), e quindi leggermente meno spesso rispetto alle persone senza disabilità (7,4).

Inoltre, affermano di esserne gravemente limitate hanno indicato di essere meno interessate alla politica (5,3) e di partecipare meno alle votazioni (6,3) rispetto al resto della popolazione.

…e alla vita associativa

Nel 2020, oltre un terzo delle persone con disabilità (38%) ha detto che, nei 12 mesi precedenti l’indagine, ha partecipato attivamente (in modo più o meno regolare) ad attività di associazioni, società, club, partiti politici o altri gruppi. Le persone gravemente limitate vi partecipano ancora nella misura di circa un quarto (24%). Queste percentuali rimangono comunque inferiori a quelle relative alle persone senza disabilità (45%).

La frequenza di partecipazione alle attività associative diventa più rara all’aumentare del grado di disabilità: a questi incontri ha partecipato, almeno a cadenza settimanale, il 15% delle persone con disabilità, contro il 20% del resto della popolazione. Per le persone gravemente limitate dalla disabilità, tale quota scende all’11%.

La sensazione di sicurezza varia a seconda del grado di disabilità e del sesso

Da cinque anni (2015–2020), la sensazione di sicurezza presenta una tendenza al rialzo nei diversi gruppi di popolazione. Nel 2020 quella delle persone con disabilità era elevata: ha ottenuto un risultato di 8,2 su una scala da 0 a 10 (2015: 7,3). Nonostante ciò, era inferiore a quella del resto della popolazione, che si attestava a 8,6 (2015: 7,8). La sensazione di sicurezza più contenuta era quella delle persone con disabilità gravemente limitanti: ha ottenuto un risultato di 7,8 (2015: 7,1). Queste persone, quindi, sono quelle che si sentono maggiormente minacciate dalla criminalità e dalle violenze fisiche.

Le donne si sentono meno in sicurezza rispetto agli uomini, e questo vale anche per le persone con disabilità. Nel 2020, di conseguenza, le donne con disabilità erano le persone che si sentivano meno in sicurezza (risultato di 8,1), mentre la sensazione di sicurezza degli uomini con disabilità ha ottenuto un risultato di 8,3. A titolo di confronto, nel resto della popolazione il dato corrispondente era di 8,4 per le donne e di 8,8 per gli uomini.

 

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