di Flavio Carlorecchio
ROMA – Un nuovo dossier dell’Organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch (Hrw) dal titolo “È stato davvero difficile proteggermi”, racconta le difficoltà e gli abusi subiti dai minori affetti da disabilità in Siria. Sono state condotte 34 interviste a bambini e giovani adulti affetti da disabilità e membri delle loro famiglie. Presenti anche le testimonianze di lavoratori e lavoratrici di ONG e associazioni umanitarie. L’area studiata è stata quella del Nord-Est e Nord-Ovest, dove c’è più bisogno di aiuto.
Undici anni di guerra. Secondo dati ONU, in Siria circa il 28% delle persone è affetto da una disabilità. Numeri doppi rispetto alla media mondiale, in maggior parte dovuti al conflitto che va avanti da oltre dieci anni e alla difficoltà a fornire servizi adeguati alla popolazione. Il rischio di rimanere feriti o uccisi durante attacchi aerei è altissimo. Pesano poi la mancanza di accesso ai servizi di salute e di educazione più basilari e la difficoltà nel ricevere aiuti umanitari e supporto psicologico e sanitario. Tutto si aggiunge alle difficoltà che già devono affrontare bambini e bambine vittime del conflitto siriano. Secondo Save the Children, dall’inizio della guerra 5 milioni di bambini e bambine hanno bisogno di assistenza umanitaria. Il 28% dei minori nel Paese soffre di malnutrizione, e 2,4 milioni non va a scuola.
“Difficile scappare dagli attacchi aerei”. Molti intervistati raccontano come sia difficile scappare dagli attacchi aerei. Thara J. ha 18 anni e ha perso una gamba quando ne aveva 13. Da allora non è stato possibile farle avere un arto prostetico: “Molte volte mi sono rifiutata di scappare durante un attacco. Era troppo difficile correre con le stampelle, e servono diverse persone per farmi salire in macchina”. Alcuni genitori raccontano di non riuscire a comprare gli ausili necessari per i loro figli disabili, quasi tutti elencano grandi e piccole difficoltà nella vita di tutti i giorni.
“I loro diritti vanno protetti”. “La guerra in Siria sta entrando nel suo dodicesimo anno e continua ad avere un impatto devastante sulla vita di questi bambini e bambine”, commenta Emina Cerimovic, ricercatrice presso HRW per i diritti umani delle persone affette da disabilità. “L’ONU, le autorità statali siriane e i governi dei Paesi coinvolti dovrebbero facilitare l’accesso agli aiuti umanitari e assicurare tutto il supporto necessario ai minori. I loro diritti vanno protetti”.
Indirizzare gli aiuti economici. È opportuno indirizzare gli aiuti economici verso questa categoria di persone altamente vulnerabili. Secondo HRW, l’ONU può e deve fare di più. Ad esempio, fino ad oggi non esistono studi che analizzino condizioni e bisogni di minori affetti da disabilità. Questo, a sua volta, condiziona la destinazione là dove serve davvero degli aiuti umanitari. Un operatore umanitario riporta che “non ci hanno formati per supportare chi è affetto da disabilità. Molti ancora credono che sia una questione limitata ad alcuni interventi: costruire rampe per disabili e fornire sedie a rotelle, oppure avere dei centri di riabilitazione”. Sono elementi importanti, ma l’inclusione e la salvaguardia dei diritti passa prima di tutto dalla sicurezza e dal supporto quotidiani.
Una vita in Guerra. “Molti di questi bambini e bambine di cui parliamo nel report sono nati poco prima o durante la guerra. Non conoscono altro che violenza, evacuazioni forzate, una quotidianità di privazioni”, commenta Cerimovic. “Moltissimi dipendono dagli aiuti ONU e di altre organizzazioni”. Tutte le parti coinvolte dovrebbero rispettare la legge umanitaria internazionale e quella sui diritti umani delle persone disabili, che garantiscono il diritto alla salute, all’educazione e a standard di vita adeguati lontani da discriminazione e violenza.