Haiti e disabilità, dalle macerie può nascere una nuova inclusione?

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Il sisma blocca anche l’inclusione dei bambini con disabilità, in un contesto già critico: secondo Caritas italiana, solo il 7% dei bambini disabili accede all’istruzione, nelle 23 scuole speciali del Paese. Meno di cinque le scuole normali inclusive. Ora, la condizione delle persone con disabilità rischia di peggiorare. Ma potrebbe anche migliorare…

di Chiara Ludovisi

ROMA – Una popolazione giovane, ma per lo più povero: è la fotografia di Haiti scattata da Unicef nel 2015, a cinque anni dal sisma che nel 2010 scosse e mise in ginocchio un paese già in difficoltà. Circa 10,5 milioni di abitanti, dei quali il 41,44% ha meno di 18 anni: il 7% dei bambini non raggiunge l’anno di vita, il 7,3% non raggiunge i 5 anni (Who 2013). E “la malnutrizione aumenta ogni qual volta viene colpito da una catastrofe naturale”, riferisce Caritas Italiana, nel dossier “Una scuola per tutti. Il diritto all’educazione per i bambini con disabilità“, dedicato in particolare alla condizione dei minori ad Haiti e pubblicato nel 2018. L’analfabetismo, sempre secondo i dati Unicef, riguarda il 60,7% dell’intera popolazione.

Il terremoto del gennaio 2010 fece contare circa 222 mila morti, 300 mila feriti e “un significativo aumento del numero di persone con disabilità, inclusi circa 4 mila amputati – riferiva Caritas nel dossier del 2018 – Questo terremoto ha lasciato circa 2,3 milioni di senzatetto. Dopo questa tragedia, il Paese è stato martoriato da numerosi uragani, l’ultimo e più devastante nel febbraio 2016”. Il bilancio dell’ultimo sisma è ancora provvisorio: oltre 2 mila vittime e 12 mila feriti, fino a questo momento.Gli effetti saranno probabilmente meno devastanti del 2010, ma è probabile che peggioreranno ancora le condizioni soprattutto della popolazione più vulnerabile, come i bambini e gli adulti con disabilità.

La disabilità ad Haiti

Secondo Caritas, “tra tutte le fasce della popolazione, la più esclusa è quella delle persone che soffrono di una qualche forma di disabilità”. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), Haiti conta circa 1.041.321 disabili, il 10% della sua popolazione. La legge haitiana sull’integrazione delle persone con disabilità è entrata in vigore il 21 maggio 2012. Ma sebbene si sia rafforzato un quadro legislativo nei suoi principi di fondo, la situazione generale e l’accessibilità per le persone disabili al lavoro, ai servizi sociali, sanitari ed educativi rimane difficilissima: “Le credenze e i pregiudizi – riferisce Caritas – portano la popolazione ad avere un atteggiamento di reticenza e insensibilità verso le persone con disabilità. Tale comportamento di solito porta all’isolamento della persona dal resto della popolazione”.

In particolare, l’accesso all’istruzione è per lo più precluso ai bambini e ai ragazzi con disabilità. Caritas ci conferma oggi il dato riferito nel dossier del 2018: “Sulla popolazione totale dei bambini disabili, solo il 7% partecipa a un qualsiasi percorso scolastico contro il tasso medio di scolarizzazione dei bambini senza disabilità che è del 90%. Ad Haiti sono attive circa 23 scuole speciali per bambini con disabilità, di cui tre pubbliche, mentre gli esempi di scuole regolari che praticano l’educazione inclusiva, dalla ricerca effettuata da Caritas Italiana, se ne calcolano meno di cinque”.

Dalle macerie, può nascere una migliore inclusione?

“Paradossalmente, non tutti i mali vengono per nuocere – riferiva allora Caritas -Dopo il terremoto del 2010, una presenza internazionale, unita all’aumento dei casi di persone rimaste disabili a seguito delle ferite riportate dalla catastrofe, hanno portato all’attenzione il problema, e per la prima volta la disabilità è entrata tra le priorità in agenda, obbligando, in qualche modo, il governo e le autorità a occuparsene. Sono emerse dall’oscurità situazioni diffuse di emarginazione e abbandono, discriminazione e superstizione, a cui le persone con disabilità venivano sottoposte vivendo spesso forme intollerabili di segregazione, tenute nascoste dai familiari tra le mura domestiche. La legislazione haitiana si è quindi dovuta rafforzare nel campo della promozione e della protezione dei diritti delle persone con disabilità, nonostante rimangano molte perplessità rispetto all’effettiva efficacia della sua applicazione”.

Possibile che questo accada anche oggi e che, dalle macerie che di nuovo si stanno raccogliendo, possano nascere le basi di una nuova e migliore inclusione?

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