Palestinese disabile muore dopo mesi per le ferite provocate dai proiettili israeliani

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Nablus-PIC, Wafa e Quds Press. Abdel Nasser Halawa, 56 anni, di Nablus è morto venerdì per le gravi ferite inflitte dai proiettili sparati dalla polizia israeliana il 16 agosto 2020, al checkpoint militare di Qalandia, nel nord della Gerusalemme occupata.

Faten Halawa ha dichiarato che suo fratello era sordo-muto da quando, da giovane, aveva avuto la febbre.

Ha aggiunto che, quel giorno di agosto, Abdel Nasser, che era sposato e aveva tre figli, aveva lasciato la sua casa dirigendosi verso quella di sua sorella nella Gerusalemme occupata. Aveva comunicato alla sua famiglia della sua intenzione di visitare sua sorella e di pregare alla moschea di Al-Aqsa.

La sorella ha sottolineato che i cambiamenti avvenuti al posto di blocco dell’occupazione gli resero impossibile sapere da che parte passare e così entrò accidentalmente attraverso il passaggio dei soldati israeliani.

Halawa ha spiegato che i soldati gridarono a suo fratello ma lui non li sentì e non si rese conto di cosa stesse succedendo intorno a lui. La polizia israeliana gli sparò ai piedi diversi proiettili. Fu portato in un ospedale all’interno delle terre occupate del 1948, dove rimase per tre mesi. Durante questo periodo, subì quattro interventi chirurgici e ne stava aspettando altri prima che lo riportassero a Nablus, circa due settimane fa.

Ha aggiunto che quando suo fratello arrivò a Nablus le sue condizioni di salute erano gravi, poiché aveva perso la memoria e non riconosceva più nessuno dei membri della sua famiglia. Non interagiva con chi gli stava intorno: “Sembrava che le medicine lo avessero debilitato così tanto che non accettava il cibo se non con grande difficoltà, e pochi giorni fa le sue condizioni di salute sono peggiorate fino alla morte, all’alba di venerdì”.

Halawa era nato nell’aprile 1964 e aveva lavorato con suo fratello nel villaggio di Masha, a ovest di Salfit, nella tappezzeria in tessuto.

 

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