Mozambico, l’inclusione dei giovani con disabilità passa attraverso la tecnologia

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Sessanta docenti formati su Lis e psico-pedagogia inclusiva, tre centri dotati di sale informatiche accessibili, 90 giovani disabili iscritti a corsi professionali. Sono i numeri del progetto di Aifo “Vai. Valorizzare l’autonomia e l’inclusione dei giovani con disabilità in Mozambico”, che si concluderà il 27 novembre con un webinar online

Informatica, taglio e cucito, cucina, elettricità, meccanica, idraulica, parrucchiera e trucco, contabilità e gestione delle risorse umane. In Mozambico, sono questi i corsi professionalizzanti a cui hanno partecipato i giovani con disabilità grazie al progetto “Vai. Valorizzare l’autonomia e l’inclusione dei giovani con disabilità in Mozambico”, promosso da Aifo – Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, con l’obiettivo di facilitare l’inclusione attraverso le nuove tecnologie. Venerdì 27 novembre, il progetto si concluderà con l’evento online “Inclusione lavorativa e ruolo delle nuove tecnologie per l’autonomia delle persone con disabilità”, inserito all’interno del programma del festival Handimatica.

“Dalla nostra analisi del contesto, è emerso che sono soprattutto i giovani con disabilità a faticare per seguire un percorso educativo e acquisire nuove competenze – racconta Simona Venturoli, project manager di Aifo per il Mozambico –. Questo fa sì che non abbiano possibilità di rendersi autonomi. Ecco perché è importante supportarli nella partecipazione a corsi di formazione professionale, dando loro competenze e skills per rendersi indipendenti, per far sì che le nuove generazioni abbiano una possibilità in più”.

Il progetto, cofinanziato dalla regione Emilia-Romagna, si è concentrato in tre centri di formazione Ifpelac (l’Istituto di formazione professionale mozambicano): il centro di Maputo, nel sud del Paese, quello di Beira nel centro, e quello di Pemba nel nord. Grazie alla collaborazione con Asphi, che ha un’esperienza pluriennale sulle Tic (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione), 60 formatori dei centri hanno svolto un corso di aggiornamento sulle tecnologie inclusive, con focus specifici su pratiche psico-pedagogiche e corsi di lingua dei segni. All’interno di ogni centro è stata allestita una sala di informatica con postazioni accessibili, grazie a “Click for all”, uno strumento progettato da Asphi che permette di utilizzare il mouse e la tastiera in maniera semplificata, per persone che hanno una disabilità motoria o visiva.

“In questo modo si superano le barriere di accesso, sia da un punto di vista fisico che geografico, ma anche educativo – spiega Venturoli –. Quando si parla di tecnologie, ci si immagina sempre qualcosa di molto complesso. Invece in questo caso si tratta di tecnologie semplici, a basso profilo e a basso costo, che si inseriscono perfettamente nel contesto di un Paese come il Mozambico. Queste sono particolarmente adatte per facilitare l’inclusione dei giovani con disabilità ai corsi di formazione: nell’ultimo anno, 90 giovani sono stati coinvolti nei percorsi formativi di Ifpelac, alcuni dei quali hanno anche beneficiato di borse di studio per coprire i costi di trasporto verso il centro”.

 

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