Israele chiede scusa per la morte di Yihad Elkhalak, un palestinese di 32 anni autistico ucciso in Città Vecchia a Gerusalemme dalla polizia nel sospetto che portasse un’arma che invece non aveva.
Una vicenda che ha alimentato la tensione crescente da parte palestinese per l’annunciata intenzione di Israele di estendere a luglio la propria sovranità, sulla scia del piano di pace di Trump, agli insediamenti ebraici in Cisgiordania e alla Valle del Giordano. E che è avvenuta a poche ore dalla riapertura della Spianata delle Moschee dopo due mesi di chiusura per il coronavirus.
“Siamo dispiaciuti per l’incidente in cui Elkhalak è stato ucciso e condividiamo il dolore della famiglia”, ha affermato oggi il ministro della Difesa (e futuro premier) Benny Gantz in apertura della consueta riunione domenicale di governo a Gerusalemme. “Sono sicuro – ha aggiunto – che l’indagine sull’accaduto si concluderà rapidamente e con risultati”.
Uno dei due agenti ritenuti responsabili dell’uccisione è agli arresti domiciliari, mentre l’altro, il suo diretto superiore, è stato rilasciato ma con limitazioni agli spostamenti. L’autopsia ha stabilito che contro Elkhalak – che si stava recando nella scuola per disabili frequentata in Città Vecchia ad un passo dalla Porta dei Leoni – sono stati sparati dagli agenti 7 colpi e che 2 di questi l’hanno raggiunto. Il portavoce della polizia ha spiegato che gli agenti hanno agito nel sospetto che l’uomo fosse armato e per questo gli hanno intimato di fermarsi. Ma Elkhalak, a quanto pare, non ha compreso l’ordine ed è fuggito impaurito: gli spari sono stati esplosi durante l’inseguimento.