Dalla lingua dei segni a un testo in tempo reale. SureTalk è l’applicazione che il colosso giapponese SoftBank Corp sta sviluppando con l’Università delle Comunicazioni Elettroniche di Tokyo
Dalla lingua dei segni a un testo scritto. Una conversione in tempo reale con SureTalk, l’applicazione che il colosso delle telecomunicazioni giapponese SoftBank Corp sta sviluppando con l’Università delle Comunicazioni Elettroniche di Tokyo. Per passare dai gesti alle parole messe nero su bianco, il progetto utilizza un’intelligenza artificiale avanzata e una fotocamera: l’app riconosce i movimenti scheletrici e seleziona le parole da un ampio database.
L’innovazione di SureTalk va oltre la semplice trascrizione dei segni, restituendo un testo che suona naturale e coerente. L’app, come riporta il quotidiano Asahi Shimbun, è progettata per supportare la comunicazione di persone con disabilità uditive, ma ha il potenziale per essere utile a tutti. Le parole pronunciate da chi non ha disabilità uditive, infatti, appaiono come testo scritto sullo schermo, creando una comunicazione bidirezionale.
Come funziona l’app
Shusei Komatsu, 33 anni, dipendente di SoftBank e responsabile dello sviluppo dell’app, ha una motivazione personale nell’ambito del progetto: è infatti sordo dalla nascita. Komatsu ha spiegato che la registrazione di ogni parola e gesto richiede una vasta raccolta di dati, provenienti da circa 100 persone, per poter garantire l’accuratezza del riconoscimento e della traduzione dei movimenti. La varietà dei segni, che possono variare da piccoli a grandi a seconda dell’individuo, rende necessario un ampio set di pattern da cui l’intelligenza artificiale possa attingere.
Il sistema di raccolta dei dati non è limitato a esperti o sviluppatori, ma è accessibile anche ai comuni cittadini, che possono caricare video della loro lingua dei segni tramite un sito web e un’app per iPhone. Questo approccio favorisce l’inclusività e l’aggiornamento continuo del database, un passo fondamentale per migliorare la precisione dell’app.
La genesi del progetto e il sogno del fondatore
La ricerca iniziale è cominciata nell’ottobre del 2017, ma l’applicazione è già in uso presso diversi enti locali. Dal novembre 2020, infatti, SureTalk è stata messa a disposizione delle amministrazioni municipali in versione trial e attualmente viene utilizzata da circa 20 governi locali, tra cui quelli delle prefetture di Tottori e Fukuoka.
L’aspirazione di Komatsu è che un giorno l’app possa essere integrata in luoghi pubblici, come aeroporti, hotel e ospedali, per migliorare l’interazione tra persone sorde e coloro che non conoscono la lingua dei segni. La lingua dei segni, ha sottolineato Komatsu, rappresenta la lingua primaria per le persone con disabilità uditive. Il suo sogno è che un giorno, le parole pronunciate da persone senza disabilità uditive possano essere convertite direttamente in lingua dei segni, colmando ulteriormente il divario di comunicazione tra le diverse comunità.
Redazione ItaliaOggi
di Maicol Mercuriali