Il dipartimento di Alain Berset è stato incaricato di preparare una modifica legislativa, che dovrà anche riconoscere ufficialmente la lingua dei segni
I disabili vanno meglio protetti dalla discriminazione nella vita lavorativa e nell’accesso alle prestazioni di servizio. È quanto auspica il Consiglio federale che ha incaricato il dipartimento di Alain Berset di preparare una modifica legislativa, che dovrà anche riconoscere ufficialmente la lingua dei segni.
In Svizzera, circa 1,8 milioni di persone vivono con un handicap. Queste devono poter partecipare pienamente, su un piano di parità e in modo autodeterminato alla vita pubblica, economica e della società. Negli ultimi anni sono stati fatti progressi, in particolare grazie alla legge sui disabili (LDis).
Le persone con disabilità continuano tuttavia ad essere svantaggiate nella loro vita quotidiana: incontrano ostacoli nell’accesso al mercato del lavoro, ad esempio a causa di pregiudizi, oppure nell’ambiente lavorativo a causa di barriere. Molte prestazioni di servizio, per esempio nel settore sanitario o bancario, sono così accessibili soltanto in misura limitata.
Per ovviare a queste lacune, l’esecutivo ha – come detto – chiesto al Dipartimento federale dell’interno (DFI) di presentare entro fine anno una modifica parziale della LDis da porre in consultazione. Due sono i punti cardine della revisione.
Innanzitutto i datori di lavoro dovranno adottare misure per consentire ai dipendenti con disabilità di lavorare su un piano di parità. I disabili vanno esplicitamente protetti dalla discriminazione nella vita lavorativa.
Secondariamente le prestazioni di servizio destinate al pubblico dovranno essere accessibili ai disabili. I privati saranno tenuti a prendere provvedimenti adeguati per consentire loro di usufruire senza ostacoli di questi servizi.
La legge dovrà anche riconoscere giuridicamente le tre lingue dei segni utilizzate in Svizzera. Nell’elaborazione del disegno di legge, il DFI dovrà inoltre esaminare le modalità per migliorare le condizioni quadro per la libera scelta dell’alloggio da parte degli handicappati.
Il Consiglio federale ha poi incaricato il DFI di esaminare le modalità per promuovere la partecipazione attiva dei disabili alla vita pubblica e della società. In questo contesto viene analizzata, in collaborazione con il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), anche la curatela generale, un provvedimento che limita fortemente la capacità di agire della persona interessata e quindi anche la sua autonomia.
Per garantire la collaborazione tra i diversi attori sono previsti programmi che vanno a completare il miglioramento del quadro giuridico. Il DFI dovrà elaborarli entro fine anno, dopodiché l’esecutivo deciderà in merito alla loro attuazione.