Ticino, il 30 ottobre si vota per il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni nella Costituzione

Per il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio non ci sono dubbi: la lingua dei segni italiana deve essere riconosciuta all’interno della Costituzione cantonale. Ora spetta al popolo decidere se è favorevole o contrario

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di Chiara De Carli

Domenica 30 ottobre i ticinesi sono chiamati alle urne per esprimersi su tre tematiche: il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni nella Costituzione, la riforma dell’organizzazione delle Autorità di protezione e riguardo all’iniziativa popolare “Per un’imposta di circolazione più giusta!” e controprogetto del Gran Consiglio.

Primo quesito: riconoscimento ufficiale della lingua dei segni

Il primo quesito riguarderà dunque il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni nella Costituzione. Una proposta che arriva a seguito della Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006 sui diritti delle persone con disabilità in vigore in Svizzera dal 15 maggio 2014. Prevede, infatti, che gli Stati firmatari prendano “tutte le misure appropriate per assicurare che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e di opinione, compresa la libertà di chiedere, ricevere e comunicare informazioni e idee, su base di uguaglianza con gli altri e attraverso ogni forma di comunicazione di loro scelta”.

Cosa sarà chiesto?

Sulla scheda verrà chiesto: “Volete accettare la modifica della Costituzione cantonale del 14 dicembre 1997 mediante l’introduzione dell’articolo 13 a per l’inclusione delle persone con disabilità e il riconoscimento della lingua dei segni italiana?”
La proposta di modifica della Costituzione intende sottolineare il principio per cui gli enti pubblici devono tenere conto dei bisogni delle persone con disabilità, per salvaguardare la loro autonomia nei contatti con l’Autorità, decretando il riconoscimento della lingua dei segni.

Perché votare sì

Per questo il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio raccomandano di accettare la modifica della Costituzione cantonale. Lo scorso 11 aprile, il Gran Consiglio ha accolto all’unanimità con 77 voti favorevoli, l’introduzione dell’articolo 13a. Ma trattandosi di una norma costituzionale, deve essere sottoposta obbligatoriamente a votazione popolare.
Sulla stessa linea, la Federazione svizzera dei sordi che si batte da anni per il riconoscimento di queste lingue dei segni da parte dello Stato, in modo da poter utilizzarle anche nei rapporti con esso. La modifica è già stata accettata da diversi Cantoni.

Perché votare no

Qualora invece si ritenga la norma inutile e senza particolari conseguenze sulle persone con disabilità, poiché all’interno della Costituzione figurano già delle norme per tutelare le persone più fragili, il proprio voto ricadrà sul “no”. La Costituzione cantonale prevede già che il Cantone provveda affinché ogni persona bisognosa di aiuto per ragioni di età, di infermità, di malattia o handicap possa disporre di sufficiente sostegno. Dunque non è necessario introdurre ulteriori disposizioni costituzionali che nella pratica non migliorerebbero la posizione giuridica delle persone disabili.

 

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