Dibattiti accessibili anche alle persone sorde

Con 24 voti a 16, il Consiglio degli Stati ha approvato un'iniziativa parlamentare che chiedeva la sottotitolazione dei discorsi parlamentari per agevolare le persone sorde o con problemi d'udito

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Le persone con problemi di udito o sorde dovrebbero poter seguire in futuro, grazie alla sottotitolazione, i dibattiti alle Camere federali trasmessi in streaming. Dopo il Consiglio nazionale, oggi il Consiglio degli Stati ha approvato per 24 voti a 16 un’iniziativa parlamentare di Gabriela Suter (PS/AG) in tal senso.

Keystone-ats

MIGLIORARE LA PARTECIPAZIONE

La consigliera nazionale propone di sottotitolare i dibattiti e di tradurre alcuni di essi nel linguaggio dei segni, come avviene a Ginevra per le sessioni del Gran Consiglio. L’obiettivo di questa iniziativa? Agevolare la comunicazione per i sordi e i non udenti e migliorare le condizioni per la loro partecipazione alla vita politica. La Svizzera conta circa un milione di persone con problemi uditivi, di cui ben 10 mila del tutto sorde. La Svizzera ha ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità nel 2014, quindi deve promuovere la loro inclusione e l’uguaglianza nella società, ha sostenuto in aula Maya Graf (Verdi/BL). Queste persone hanno il diritto di esercitare i loro diritti politici, ha sostenuto dal canto suo Marina Carobbio Guscetti (PS/TI).

TRADUZIONE SIMULTANEA

Brigitte Häberli-Koller (Centro/TG) non ha nascosto l’utilità della sottotitolazione e la bontà degli obiettivi perseguiti dall’iniziativa, ma già nel 2015 i senatori si erano rifiutati di permettere la traduzione simultanea dei dibattiti visti gli alti costi annuali di una simili misura, ossia circa 600 mila franchi. Stando alla “senatrice” turgoviese, la traduzione simultanea e l’accessibilità non possono essere considerate separatamente. Si devono cercare soluzioni tecniche per raggiungere entrambi gli obiettivi a costi ragionevoli. Isabelle Chassot (Centro/FR) ha suggerito che la misura venga introdotta prima per i dibattiti al Nazionale, dove esiste già la traduzione simultanea. Dopo due anni potrebbe essere eseguita un’analisi sull’efficacia; nel frattempo potrebbero essere risolte le questioni ancora aperte in seno al Consiglio degli Stati.

 

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