VNS – IRLANDA 175.mo dell’Istituto Cattolico per Sordi. Monsignor Farrell: cristiani chiamati a testimoniare il Vangelo anche nel modo in cui includono coloro che il mondo ignora
(VNS) – 28set21 – “Ogni cristiano è chiamato a testimoniare il Vangelo; è sia un nostro obbligo che un nostro privilegio. Alla fine questo avviene attraverso le nostre vite: attraverso il modo in cui mettiamo in pratica la fede, il modo in cui siamo genitori, il modo in cui facciamo affari, il modo in cui ‘vediamo’ coloro che sono invisibili, e il modo in cui includiamo coloro che il mondo ignora”. Queste le parole dell’arcivescovo di Dublino, monsignor Dermot Farrell, pronunciate domenica scorsa, in occasione della Messa per il 175.mo anniversario della fondazione dell’Istituto Cattolico per Sordi, nella cappella Emmaus, a Cabra, Dublino.
Il presule, nella sua omelia, ha ricordato la fondazione dell’Istituto ad opera di monsignor William Yore nel 1846 e l’apertura della scuola per ragazze sorde sul terreno del convento delle Suore Domenicane a Cabra, nonché in seguito della scuola di San Giuseppe per ragazzi sordi. I due istituti oggi sono uniti nella Scuola della Sacra Famiglia per i sordi e gli audiolesi. Monsignor Yore, assieme a padre McNamara, fondando l’istituto, – ha sottolineato monsignor Farrell – si “è assicurato che fossero trattati i bisogni pressanti della comunità sorda”, riconoscendone l’umanità e le necessità. L’Istituto permetteva, infatti, alle persone con problemi di udito di essere apprezzate e indipendenti e dava loro il potere di negoziare nel mondo alle loro condizioni.
Ciò è stato possibile, ha evidenziato monsignor Farrell, grazie allo sforzo compiuto dall’insegnante per comunicare, come “persona udente”, usando il linguaggio dei segni (ISL), per entrare nel mondo del bambino o della persona che non poteva sentire. “Questo, a sua volta, – ha aggiunto – ha aiutato lo studente ad entrare nel mondo dell’insegnante e dei suoi compagni”. È così che si sviluppano – ha precisato – le competenze linguistiche e si facilita l’apprendimento. “L’accesso alle informazioni avviene attraverso la comunicazione. L’insegnante non è ‘lì per curare’ questi studenti, per così dire, ma è lì per educarli” ha precisato l’arcivescovo.
Ma “comunicare è molto più che pronunciare delle parole” ha continuato. “Non leggiamo solo le parole sulla pagina, ma l’espressione dell’altro”, sottolineando l’importanza della lettura delle labbra e dell’espressione del viso. “Sono molto consapevole – ha osservato il presule – che la pandemia ha creato difficoltà uniche per la comunità dei sordi. Indossare la maschera rende impossibile la lettura delle labbra, e questo ha aggravato molto gli effetti dell’isolamento”.
“Ogni vita umana è caratterizzata da possibilità e da limiti. L’educazione matura non nega i nostri limiti, ma ci aiuta a scoprire nella nostra finitudine i contorni della vita e i doni che Dio offre a tutti” ha detto monsignor Farrell. Ringraziando infine il presidente del Consiglio d’Istituto, Geraldine Tallon, e i cappellani che rendono la Chiesa un ambiente accogliente e confortevole per la comunità, nonché gli ordini religiosi che negli anni hanno contribuito all’educazione e alla cura della Comunità, in particolare, le Suore Domenicane, i Vincenziani – che hanno una lunga associazione con la cappellania per i sordi – i Fratelli Cristiani e le Figlie della Carità – il presule ha, infine, ricordato la missione dell’Istituto, che è quella di aiutare le persone a trascendere un limite, rispettandone la dignità in ogni momento.
L’Istituto “offre loro la possibilità che meritano di svilupparsi pienamente come persone e di essere pronti a prendere il loro posto nella società e ad avere un lavoro e una vita significativi”.
Vatican News Service – AP