CF: lingua dei segni; opzioni verso un riconoscimento giuridico

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In Svizzera, negli ultimi hanno non sono mancate le manifestazioni per il riconoscimento della lingua dei segni KEYSTONE/MARTIAL TREZZINI sda-ats

(Keystone-ATS) – Quali sono le possibili forme di riconoscimento giuridico della lingua dei segni e come si può ulteriormente migliorare l’accesso delle persone sorde alla formazione, al mercato del lavoro e all’assistenza sanitaria.

È quanto contiene un rapporto approvato oggi dal Consiglio federale.

La lingua dei segni è una lingua a sé ed equivale a quella parlata. In Svizzera, per circa 10’000 sordi il primo idioma è una delle tre lingue dei segni nazionali: quella svizzero-tedesca, quella francese o quella italiana, indica una nota governativa odierna.

Lingua a lungo repressa

Come in altri Paesi, anche nella Confederazione la lingua dei segni è stata a lungo repressa e per decenni i bambini e gli adolescenti sordi sono stati costretti a imparare la lingua parlata. Da 40 anni i sordi si impegnano attivamente per il riconoscimento e la promozione della loro lingua.

Se la maggioranza dei Paesi europei ha riconosciuto giuridicamente una o più lingue dei segni, la Svizzera è invece fra gli Stati che non lo hanno ancora fatto esplicitamente: le costituzioni cantonali di Zurigo e Ginevra rappresentano delle eccezioni.

Diverse varianti

Nel rapporto, adottato oggi, sono illustrate diverse varianti di riconoscimento giuridico: una possibilità sarebbe quella di riconoscere le lingue dei segni svizzere nel quadro delle convenzioni del Consiglio d’Europa; un’altra opzione implicherebbe un riconoscimento nell’ambito della libertà di lingua; vi sarebbe inoltre la variante di un riconoscimento quale lingua nazionale, quale lingua (semi)ufficiale della Confederazione o quale lingua da promuovere.

Tuttavia, stando al rapporto, la Confederazione e i Cantoni riconoscono già l’importanza della lingua dei segni per la vita quotidiana delle persone sorde e prevedono numerose misure per promuoverne l’uso e migliorare così la partecipazione sociale, culturale ed economica degli audiolesi.

Pari opportunità

Grazie alla legislazione sulle pari opportunità delle persone con disabilità, per esempio, le autorità federali sono obbligate a tener conto delle esigenze delle persone audiolese o sorde rendendo accessibili le informazioni importanti anche in lingua dei segni e coprendo i costi delle prestazioni d’interpretariato necessarie nei rapporti con queste persone. È inoltre agevolato l’accesso alle trasmissioni televisive e ai film. Dell’assistenza di base fa parte anche la messa a disposizione di servizi di intermediazione tramite SMS o video, precisa ancora il comunicato.

Per il Consiglio federale, il riconoscimento giuridico delle lingue dei segni svizzere non è quindi una condizione necessaria per migliorare la partecipazione sociale degli audiolesi e dei sordi. Il Governo ha perciò incaricato il Dipartimento federale dell’interno di intensificare il dialogo con le organizzazioni dei sordi e i servizi federali e cantonali interessati e di esaminare le possibilità di miglioramento proposte nel rapporto.

 

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