Ad idearlo sono stati i bioingegneri della UCLA, Università della California a Los Angeles, che hanno appunto introdotto questo dispositivo che ha le stesse forme di un guanto e che permette poi di tradurre il linguaggio dei segni attraverso un’applicazione dedicata per lo smartphone. Al suo interno vi sono una serie di sensori estensibili e sottili disposti lungo le cinque dita, realizzati con dei fili conduttori di elettricità: questi sono in grado di leggere e registrare i movimenti della mano e la posizione delle dita, trasformandoli in poi in dei segnali elettrici che vengono inviati ad un circuito posizionato all’altezza del polso del nostro guanto smart.
di Roberto Mazzucchelli (Computer Magazine)
L’unica pecca di questo dispositivo è quella di essere in grado di riconoscere e tradurre solo il linguaggio dei segni americani, il cosiddetto ASL, American Sign Language, ma non è da escludere che lo strumento possa essere applicato anche ad altre nazioni e ad altre lingue in futuro se dovesse aver successo. Al momento il guanto è in via di studio e in fase di test, e l’obiettivo è quello di abbattere di fatto le barriere presenti fra le persone con problemi di udito o difficoltà di linguaggio, e quelle che invece non sono in grado di comprendere il linguaggio dei segni: in poche parole, tutti, tramite il guanto smart e la sua applicazione dedicata, potranno comprendere i sordo muti.
“La nostra speranza – ha commentato Jun Chen, principale ricercatore e assistente professore di bioingegneria alla UCLA Samueli School of Engineering – è che questo apra un modo facile per le persone che usano la lingua dei segni di comunicare direttamente senza bisogno di qualcun altro che traduca per loro. Inoltre – ha aggiunto e concluso – speriamo che possa aiutare più persone a imparare da sole il linguaggio dei segni”. Il dispositivo è realizzato in polimeri leggeri ed economici che però hanno una lunga durata, e rappresenta un netto passo in avanti rispetto ai precedenti strumenti che risultavano invece essere scomodi, ingombranti e pesanti. Ora i ricercatori stanno cercando di migliorare il vocabolario che l’algoritmo installato nel guanto è in grado di riconoscere, nonché i tempi della traduzione, cercando di accorciarli il più possibile.