Con Svetlana Cukerić e Alma Zulim dell’Associazione regionale delle persone sordomute e carenti di udito, abbiamo parlato dei problemi che affliggono la categoria

È una categoria di disabili tra le più trascurate dalla società, in quanto le persone non riescono a riconoscere la specificità e la diversità di questo handicap. Stiamo parlando dei sordomuti e di quanti hanno difficoltà con l’udito, la cui associazione è la più longeva in Istria, tanto che è stata fondata il 5 dicembre del 1948. Le condizioni per questa categoria sono peggiorate ulteriormente con le misure epidemiologiche adottate per far fronte all’emergenza coronavirus, però l’Associazione dei sordomuti della Regione istriana è sempre attiva, e per quanto possibile cerca di promuovere nuovi programmi e progetti per migliorare la qualità della vita dei suoi soci. E ciò non è certamente facile, considerati i mezzi finanziari che l’organizzazione annualmente si trova a disposizione, come puntualizzato dalla presidente Svetlana Cukerić e dalla segretaria Alma Zulim, che abbiamo incontrato per approfondire la tematica.

Favorire l’inclusione
“La nostra associazione – così la Zulim –, rientra tra le 22 che fanno parte dell’Unione nazionale dei sordomuti e affetti da difficoltà dell’udito. In Istria abbiamo un’ottantina di soci. La maggior parte sono individui che hanno difficoltà con l’udito, però va aggiunto che molte persone che rientrano in questa categoria non ci contattano, anche forse per vergogna, per associarsi e ottenere degli aiuti.

Il problema principale dei sordi e sordomuti è rappresentato dalle difficoltà di comunicazione e di conseguenza le altre associazioni di disabili, senza nulla togliere, sono avvantaggiate nel ricevere dei sostegni”.

“I nostri programmi – ha detto la Cukerić, a capo dell’associazione da 18 anni –, poggiano principalmente sulla promozione e sull’inclusione dei soci. Dal 2015 è stata adottata anche ufficialmente la lingua dei segni croata, che ci facilita nei contatti con le istituzioni.

L’educazione, che viene svolta nella nostra sede ubicata al civico 5 di via Antico è di fondamentale importanza. Con essa cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica e incentivare i nostri soci a trovare dei traduttori specializzati nella Lingua dei segni. Ci sono ben quattro gradi di difficoltà, e per impararla servono almeno due-tre anni”, è stata chiara la presidente, la quale oltre che in sede svolge delle lezioni anche nelle scuole. L’associazione viene finanziata grazie ai singoli progetti dalle amministrazioni locali, dalla Regione istriana e dal Ministero del Lavoro, del Sistema pensionistico, della Famiglia e delle Politiche sociali.

Alcune foto storiche dell’associazione

I progetti in corso
“Sinora non abbiamo attinto dai mezzi finanziari dal Fondo sociale dell’Unione europea, però assieme all’Associazione dei sordi e sordomuti della Regione litoraneo-montana abbiamo aderito al programma operativo europeo intitolato “Gli effetti positivi delle potenzialità umane”. Inoltre, prendiamo parte al progetto, finalizzato all’integrazione sociale dei sordi e sordomuti grazie alla tecnologia IT e promosso dall’Associazione dei sordomuti Videatur di Zagabria del valore di 1,5 milioni di kune a fondo perduto stanziati dall’Unione europea, che saranno distribuiti alle associazioni di categoria in Croazia. Le persone appartenenti a questa categoria che in Croazia sono oltre 12mila – ha continuato la Cukerić – devono godere degli stessi diritti degli altri e grazie a quest’iniziativa avranno meno difficoltà”.
Oltre ai programmi e ai progetti di cui sopra l’Associazione dei sordi e sordomuti della Regione istriana svolge numerose altre attività. “Eccezion fatta per questo periodo caratterizzato dall’epidemia da coronavirus durante il quale non riceviamo le parti – aggiunge la Zulim –, organizziamo tornei di scacchi oppure di freccette e dei laboratori artistici durante i quali vengono creati degli addobbi per le festività natalizie. Inoltre, l’anno scorso abbiamo procurato dei bastoncini per le camminate nordica in natura, che nel nostro caso si svolgono a Verudella, e posso dire che i nostri soci, circa una decina, sono entusiasti di quest’attività. Non sono mancate nemmeno le visite all’Acquario polese. Questi appuntamenti sono d’enorme importanza, tenendo conto del fatto che i nostri soci si trovano un po’ isolati nella società a causa della mancata comunicazione. Il che purtroppo porta alla frustrazione”.

L’uso della mascherina
Ritornando ai problemi dovuti all’epidemia da coronavirus, quello maggiore è dovuto all’uso della mascherina. “A parte la lingua dei segni – hanno puntualizzato la Cukerić e la Zulim –, noi non possiamo comunicare se la bocca non è ben visibile. In merito, l’Istituto nazionale per la salute pubblica ci ha concesso di indossare le mascherine in modo diverso, ovviamente rispettando sempre il distanziamento sociale. Va detto inoltre che molti dei nostri soci sono in età avanzata, per cui non conoscono la nuova tecnologia e quindi non hanno nessun altro modo per comunicare”.
Un altro fattore importantissimo per sordi e sordomuti è rappresentato dai traduttori. L’associazione istriana ne conta attualmente tre e sono disponibili in qualsiasi circostanza. “I migliori traduttori, senz’altro, sono i figli dei sordomuti – ha sottolineato la Cukerić –.

A livello nazionale, siamo stati i primi ad avere una traduttrice per questa categoria, Lorena Benčić, che si è fatta valere anche durante le dirette del Comando regionale della Protezione civile legate alla pandemia di Covid-19”.

 

13.05.2020., Pula –
Konferencija za medije Stozera civilne zastite Istarske zupanije na temu koronavirusa (COVID-19).
Photo: Srecko Niketic/PIXSELL
Lorena Benčić durante una delle conferenze stampa della Protezione civile

Il ruolo dell’associazione
“Vivere con questi handicap è difficilissimo. Lo conferma il fatto che molti nostri soci non sono a conoscenza dei propri diritti, a quanto risale l’indennizzo per l’invalidità… Di conseguenza la nostra associazione è l’unica che può venire loro incontro”, ha sottolineato la Zulim, la quale ha aggiunto che il problema maggiore è sempre legato ai mezzi finanziari. Nel vano in cui ha sede l’Associazione, proprietà della Città di Pola, che seppur si trovi in una zona attraente in pieno centro cittadino, non è stato investito alcun soldo da una trentina d’anni. Vanno rinnovati i servizi igienici, la pavimentazione, il riscaldamento, vanno sostituite le finestre e quant’altro. Al momento è difficile prevedere quando si procederà a questi interventi.

 

L'informazione completa