Il tasso di disoccupazione è più alto, le possibilità di carriera minori, uno studio analizza le possibilità di sordi e ipoudenti nel mercato del lavoro
Circa il 10% dei sordi e degli audiolesi sono disoccupati, un tasso quasi quattro volte più alto di quello generale. Inoltre, anche chi lavora non ha la vita più facile: basti pensare che il 53% dei sordi non è mai stato promosso nella sua vita professionale. A mostrare questi dati è uno studio della Scuola universitaria professionale di Lucerna. Questa situazione interessa i circa 10mila sordi che vivono in Svizzera e il milione di persone con una disabilità uditiva (di cui 500mila sono in età lavorativa).
Formazione sottovalutata
Nello studio si legge che “c’è una grande apertura da parte della ditte verso l’assunzione di persone sorde e con disabilità uditiva”. Nonostante ciò la formazione di questi lavoratori viene sottovalutata al momento dell’assunzione, pochi inoltre beneficiano di un servizio di collocamento.
Nessuna promozione
Come detto, chi è stato assunto, poi, più raramente riesce a progredire professionalmente. Il 53% degli intervistati, infatti, non è mai stato promosso e solo il 24% almeno una. Questo nonostante le ditte intervistate sostengano che “le opportunità di formazione e sviluppo dovrebbero essere le stesse per tutti i collaboratori”.
Al di sotto del loro potenziale
Sono le stesse aziende che impiegano persone con disabilità uditiva a ritenere che i loro lavori “non corrispondono alle loro reali capacità”. La direttrice dello studio, Anina Hille, ritiene quindi che “questo alimenta l’ipotesi che molte persone sorde o ipoudenti siano attive al di sotto del loro potenziale. I datori di lavoro che non hanno esperienza con i dipendenti sordi o ipoudenti sottovalutano il loro valore aggiunto per l’azienda”. Inoltre vi sarebbero “pregiudizi e preoccupazioni infondate” da parte delle aziende quando si tratta di assumere una persona sorda.