Finti non udenti, ma non solo. Cambiano i “beneficiari”, ma la sostanza resta la stessa.
Le Autorità cercano di sensibilizzare la popolazione. E fioccano le denunce
LOSANNA – Una vera e propria ondata, nelle ultime settimane, di false raccolte fondi a favore di bambini disabili effettuate da persone rom. Dove? Per strada, nei parcheggi e sui mezzi pubblici. È quanto registrato nella Svizzera romanda secondo i colleghi di 20 Minutes. Nel tempo cambiano i beneficiari, ma la modalità resta la medesima. Con gran disappunto di chi è stato truffato.
All’inizio delle vacanze estive, la Federazione svizzera dei sordi aveva messo in guardia la popolazione da questo tipo di soggetti. «Come ogni anno, con il ritorno della bella stagione, persone senza scrupoli girano la Svizzera, sui trasporti pubblici e tra i tavoli dei ristoranti, fingendosi sordi e chiedendo soldi», spiegavano. Lo scenario è sempre lo stesso: queste persone hanno una petizione firmata per far finta che sia un lavoro in regola. Ma il denaro che estorcono con l’inganno non è affatto destinato a istituzioni che sostengono i non udenti, come spiega Sandrine Burger, portavoce della Federazione svizzera dei sordi.
Altre situazioni simili – «Attenzione: raccolta fondi illecita in corso!». È attraverso questo comunicato stampa che la polizia vallesana ha tentato nuovamente di mettere in guardia la popolazione, lo scorso venerdì, dalle ennesime false raccolte fondi, «presumibilmente destinate ai Campionati mondiali di ciclismo». Nello specifico i truffatori vendevano piccole bandiere e torrone.
«Non lasciarti infastidire o mettere sotto pressione e non cascare nella trappola. Piuttosto, informa immediatamente la polizia cantonale». La polizia mette in guardia anche dai venditori di biancheria a casa: «Aanche questa può rivelarsi una truffa».
La polizia vodese ha a sua volta riscontrato questa nuova forma di accattonaggio nascosto, che si sta verificando un po’ ovunque nella Svizzera romanda. L’ultimo caso risale a pochi giorni fa. Un minore è stato fermato mentre raccoglieva denaro fingendosi muto. Successivamente si è scoperto che sullo stesso gravava un ordine di espulsione. È stato quindi «segnalato all’autorità competente» prima di essere rilasciato. Ovviamente, l’istituzione per la quale affermava di lavorare ha sporto denuncia.
Un altro esempio recente, risale allo scorso 8 luglio. Un lettore saliva sul treno ad Aigle (VD) in direzione di Vevey. «A Montreux, uno di questi falsi sordi è salito a bordo ed è venuto direttamente da me. Quando mi ha consegnato il foglietto gli ho detto che sapevo che si trattava di truffa. All’improvviso il ragazzo ha iniziato a minacciarmi in francese. Poi, sceso dal treno, ha continuato a inveire nei miei confronti prima che gli scattassi una foto».
Contattate, le FFS hanno ammesso di conoscere il caso. Sarebbe stato proprio il personale a bordo, informato della situazione, a invitare il truffatore ad abbandonare il treno facendolo scendere alla prima fermata. Da dove, probabilmente, non ha fatto altro che attendere il treno successivo.