Virginie Delalande è la prima donna avvocato affetta da sordità profonda dalla nascita in Francia. “L’eloquenza dei sordi” ripercorre alcune tappe della sua storia e lo fa in punta di piedi, passando con la videocamera attraverso le sue giornate, al fianco dei suoi affetti e dei suoi colleghi. Lasciare che siano i protagonisti di queste storie a spiegare cosa voglia dire vivere la sordità nel quotidiano è un espediente necessario per la promozione dell’educazione alle differenze, per lasciare che la comprensione delle difficoltà di ciascuno diventi parte dell’attenzione e dell’interesse di tutti.
Questo documentario è stato realizzato nel 2017 con la regia di Laëtitia Moreau e ha partecipato al Festival dei Diritti Umani 2020.
Le abbiamo fatto qualche domanda per scoprire i retroscena del suo lavoro.
I retroscena del documentario e il parere della regista
Lei è la regista del documentario “L’eloquenza dei sordi”: come si è avvicinata alla storia di Virginie?
«Ho incontrato Virginie in un caffè di Parigi. All’epoca volevo fare un film sui bambini sordi che crescono in una famiglia di udenti. Poi sono stata così rapita dal suo carisma che le ho proposto di raccontare la sua storia e di prendere parola per raccontarsi. Non ha detto subito di sì, perché credeva che la sua voce sarebbe stata un problema. Abbiamo lavorato molto insieme per fare di questo film anche il suo film, e credo che si veda nell’immagine».
In che modo pensa che la visione del suo documentario “L’eloquenza dei sordi” possa contribuire alla consapevolezza sul tema?
«Il film ha avuto un impatto enorme in Francia e in Svizzera, i due paesi le cui emittenti televisive pubbliche hanno cofinanziato il progetto.
In Francia, intorno a Virginie c’è stato un vero e proprio fenomeno. È stata intervistata da diversi media, ha partecipato a molti programmi e, infine, ha potuto vivere il suo sogno: diventare oratore e allenatore per non udenti e udenti. Oggi ha molto successo e basta il suo nome per riempire intere sale».
Quali sono gli studi che ha sostenuto per affrontare una problematica così complessa con la giusta dose di empatia? Si è rivolta a specialisti per la sceneggiatura del documentario?
«Sono autrice e regista. Dirigo tutto, dal testo alle immagini. Faccio un lavoro artigianale al quale sono molto legata».
Educare alle differenze sembra essere ancora un argomento complesso, soprattutto nel campo dell’istruzione, come si argomenta anche nel suo documentario.
Tuttavia, sappiamo quanto sia importante per l’autodeterminazione del singolo. La storia di Virginie è emblematica: ha realizzato il sogno di completare i suoi studi, ma non dispone ancora degli strumenti per esercitare la sua professione.
Secondo il suo punto di vista, la questione della disabilità vive queste inerzie per ignoranza o per indifferenza?
«Posso parlare solo per la Francia e ciò che vale la pena menzionare è che ci sono molte dichiarazioni d’intenti, ma sempre meno mezzi per l’educazione e l’integrazione dei disabili nella società. È come se ci fosse una battuta d’arresto su questo argomento. Virginie è una donna straordinaria, con una volontà e un’intelligenza che le hanno permesso di superare molti ostacoli. Inoltre, proviene da un ambiente benestante, che le ha permesso di avere sempre accesso alle migliori cure e alle migliori scuole. Questo non è ovviamente il caso di tutte le persone affette da sordità profonda. C’è ancora molto lavoro da fare».
Virginie non ci fa soltanto entrare in casa sua, ma dimostra quanto da una difficoltà possa scaturire una capacità creativa di osservazione del presente. Diventa lei stessa un modello per la bambina che si proietta nel futuro cercando un punto di riferimento. Infine, sente nel profondo quel sentimento che prova soltanto chi subisce un’ingiustizia, dovuta – senza mezze misure – alla diversa quantità e qualità delle informazioni ricevute, a cui si destinano interventi timidi e, per questa ragione, insufficienti.
Fino al 31 maggio, il documentario “L’eloquenza dei sordi” sarà disponibile sul sito di ARTE in italiano, piattaforma europea in streaming video gratuito del canale franco-tedesco ARTE.
Sara C. Santoriello